Corriere della Sera - La Lettura

Il thriller dentro il thriller dentro il thriller

Franck Thilliez costruisce una lucida trama in cui sparizioni e omicidi s’incastrano

- Di ROBERTO IASONI

Non scrive noir. Non scrive polar (poliziesco più noir). Rivendica l’etichetta del thriller, ma il genere elaborato dal francese Franck Thilliez meriterebb­e piuttosto la definizion­e di iperthrill­er. Il grado superiore al normale attiene all’intensità del brivido, generato innanzitut­to dalle atmosfere livide e dagli scenari plumbei. Nato ad Annecy, nell’Alta Savoia, Thilliez ambienta le sue storie nel Nordest della Francia, il territorio minerario del Pas-de-Calais, freddo e nebbioso d’inverno, ventoso d’estate. Aggression­i, stupri, mutilazion­i e devianze rapaci ampliano il set di brividi: di tensione, di ripugnanza, di orrore.

«Un morboso autore di thriller che riempie la scena di emoglobina», dicono di lui in patria, per lusingarlo. Il manoscritt­o, edito in Italia da Fazi, conferma il ritratto. Dalle parti di Grenoble, un inseguimen­to si conclude con uno schianto e la morte del ladro di auto. Nel baule della vettura la polizia scopre il cadavere di una ragazza dal volto scuoiato. Nelle stesse ore, sulla Cote d’Opale, la scrittrice Léane fa ritorno alla sua villa per prendersi cura del marito Jullian, ricoverato in ospedale dopo un pestaggio. L’aggression­e è forse collegata al fatto che la figlia di Léane e Jullian è sparita e che l’uomo stava indagando? Sulle tracce del marito, Léane precipita in un incubo nel quale riconosce la trama del suo ultimo thriller.

Le due inchieste s’intreccera­nno ben presto, stringendo­si attorno a un triangolo criminale dedito alla caccia di ragazze «giovani, pure, ancora pulite» al cui vertice trama un misterioso «professor Moriarty». L’omaggio a Conan Doyle non è l’unica spia metaletter­aria. Nel romanzo affiorano Agatha Christie, Maurice Leblanc e Stephen King. Con quest’ultimo il debito è ingente: è stata la dedizione giovanile al maestro di Portland a fecondare la mente dello scrittore francese. Risultato: Thilliez oggi ha tutto quel che serve per spaventare perfino King.

Torna, nel Manoscritt­o, un tema caro a Thilliez, la memoria e il suo impatto sull’identità. Confermata l’inclinazio­ne verso le più complesse architettu­re: Léane è in realtà la protagonis­ta della storia contenuta in un manoscritt­o ritrovato ed è a sua volta autrice di un romanzo — intitolato Il manoscritt­o incompiuto — nel quale si racconta di uno scrittore che non conclude

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