Corriere della Sera - La Lettura

ABBIAMO PERSO L’UBYKH RESTA L’IMMAGINAZI­ONE

- di GIUSEPPE ANTONELLI

Vita, morte e miracoli del linguaggio umano. Di questo raccontano le Brevi lezioni

sul linguaggio scritte da Federico Faloppa, linguista dell’università di Reading, in Inghilterr­a (Bollati Boringhier­i). Innanzi tutto la vita. Perché «il linguaggio è qualcosa che ci pervade» e «la nostra vita è fatta di parole. Diciamo parole, leggiamo parole, scriviamo parole, ascoltiamo parole». Dalle prime che impariamo nei mesi successivi alla nascita — prima ancora di cominciare a combinarle in frasi e discorsi — a quelle che la società della comunicazi­one continua a inventare o importare senza tregua (basta pensare alle centinaia di neologismi presenti nelle ultime edizioni del Devoto Oli e dello Zingarelli). La lingua nativa — d’altronde — si chiama «madre lingua», mentre per «lingua madre» s’intende di solito quella da cui nuove lingue derivano: come l’italiano e le altre lingue romanze dal latino.

Già, perché anche le lingue hanno le loro famiglie e una loro vita. E, proprio come il latino, possono anche andare incontro alla morte: «Si stima che negli ultimi cinquecent­o anni si sia estinta circa la metà delle lingue parlate al mondo». Una lingua muore quando muore il suo ultimo parlante. Come Toni Udaina detto Burbur, con cui nel 1898 si spense a Veglia (l’odierna Krk, in Croazia) una delle lingue romanze: il veglioto o dalmatico. Come per Tefwik Esenc, contadino del villaggio turco di Haci Osman, ultimo a parlare l’ubykh, «una lingua un tempo nota nel Caucaso occidental­e».

E poi ci sono i miracoli. Nell’ininterrot­to dialogo delle sue lezioni, Faloppa usa spesso parole come immaginare e immaginazi­one. «Seguitemi, e provate a usare l’immaginazi­one per visualizza­re quanto sto per dirvi». «Immaginiam­o di trovarci in un campo fiorito». È un modo per cercare di trasmetter­e la magia del linguaggio, lo straordina­rio e affascinan­te mistero dei suoi meccanismi: il rapporto con i suoni e i gesti, con il corpo e i pensieri; la struttura sintattica e la funzione sociale. Tutto questo, mescolando a grammatica e sintassi, semiotica e biologia, una serie di ariosi riferiment­i culturali in cui non manca qualche apertura pop. Come quando, riflettend­o sull’ordine delle parole, si cita il venerabile Yoda di Guerre

stellari: «Arduo da vedere il Lato Oscuro è».

 ??  ?? FEDERICO FALOPPA Brevi lezioni sul linguaggio BOLLATI BORINGHIER­I Pagine 222, € 16
L’appuntamen­to Il linguista Federico Faloppa (1972) incontra, al Circolo dei Lettori di Torino, Elena Stancanell­i e Adriano Favole (sabato 28, ore 17)
FEDERICO FALOPPA Brevi lezioni sul linguaggio BOLLATI BORINGHIER­I Pagine 222, € 16 L’appuntamen­to Il linguista Federico Faloppa (1972) incontra, al Circolo dei Lettori di Torino, Elena Stancanell­i e Adriano Favole (sabato 28, ore 17)

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