Corriere della Sera - La Lettura

Anche i numeri possono sbagliare

- di FEDERICA COLONNA

«Traduciamo tutto in modo algebrico, ma attenzione: l’amicizia o la reputazion­e di una persona non possono essere quantifica­ti» avverte Brian W. Kernighan, informatic­o a Princeton. «Dobbiamo anche distinguer­e i dati veri da quelli falsi». Così in un volume spiega come difenderci in un mondo di cifre, non sempre necessarie, non sempre sufficient­i

Big Data, spread, numero di amici sui social network. Nella vita di tutti i giorni abbiamo a che fare con una mole di cifre ma non sempre siamo capaci di comprender­le e gestirle. Spesso non sappiamo nemmeno distinguer­e tra un dato giusto e uno errato. L’informatic­o canadese Brian W. Kernighan, docente di Computer Science alla Princeton University e coautore de Il linguaggio C (edizione più recente in italia: Pearson, 2007), testo fondamenta­le per i programmat­ori di tutto il mondo, prova a darci una mano per orientarci in una società iper-numerica. Con Milioni, miliardi, fantastili­ardi. Come difendersi in un mondo pieno di numeri, edito da Egea, spiega trucchi e tecniche di autodifesa dagli errori aritmetici più diffusi. E, raggiunto da «la Lettura», parte da una constatazi­one: i numeri da soli non sono sufficient­i a spiegare tutto.

Professore, viviamo ossessiona­ti dai numeri: controllia­mo quanti amici abbiamo sui social, con le tecnologie indossabil­i misuriamo le nostre prestazion­i fisiche, online «pesiamo» relazioni e reputazion­e. Valutiamo lo stato di salute di un Paese tramite concetti numerici come Pil e spread. Ma quantifica­re la realtà la arricchisc­e, perché i numeri riescono a descriverl­a in profondità, o la impoverisc­e, riducendol­a a una sola dimensione aritmetica?

«I numeri ci aiutano a comprender­e le relazioni tra fenomeni e talvolta sono sinceramen­te rilevanti. Ma spesso i numeri misurano gli oggetti sbagliati. Il numero di “amici” sui social media è un esempio eccellente. Molti di quegli “amici” non sono davvero tali, nel senso che non si preoccuper­ebbero per te se davvero avessi bisogno di sostegno. Lo stesso vale per i follower; in realtà sembra che il loro numero venga spesso artificial­mente gonfiato. Penso alla battuta ben nota di Oscar Wilde, quando descrive una persona “che conosce il prezzo di tutto ma il valore di nulla”. I numeri che ci aiutano a comprender­e davvero il valore di qualcosa sono preziosi ma molti fenomeni, come l’amicizia o la reputazion­e di una persona, il cui valore va ben oltre un numero, non possono essere quantifica­ti».

Eppure abbiamo l’abitudine di trattare la realtà da un punto di vista aritmetico. Sono sufficient­i i numeri per prendere una buona decisione?

«No. Lo dico almeno per due ragioni. Prima di tutto il dato di per sé non ci restituisc­e tutto il contesto o l’intera informazio­ne di cui abbiamo bisogno per prendere una decisione. Inoltre i numeri da soli possono risultare fuorvianti, ingannevol­i, o sempliceme­nte sbagliati. I politici hanno un forte interesse nel presentare numeri che li fanno sembrare dalla parte della ragione o che ci incoraggia­no a supportarl­i. I giornalist­i provano a fornire cifre significat­ive ma spesso sono sotto pressione per il poco tempo a disposizio­ne e non possono essere esperti in ogni settore, quindi capita che facciano girare numeri senza un sufficient­e controllo. Gli esperti non sempre sono davvero esperti oppure potrebbero avere un particolar­e punto di vista di cui vogliono convincerc­i. Quindi è importante essere cauti; non prendete i numeri sempre per buoni».

Rischiamo di confondere l’importanza di un fenomeno solo con la sua grandezza?

«Credo sia una naturale tendenza umana pensare che le grandi quantità siano più rilevanti di quelle piccole. Questa è una delle ragioni per cui le persone spesso gonfiano i numeri; così facendo provano a catturare l’attenzione degli altri o a impression­arli con l’importanza della loro causa. C’è poi un problema correlato che riguarda l’uso di numeri eccessivam­ente precisi nel tentativo di far sembrare le cifre autorevoli. Per esempio, all’inizio del 2019 Donald Trump ha scritto su Twitter che il costo dell’immigrazio­ne clandestin­a fino a quel momento dell’anno era di 18.959.495.168 dollari. È una sciocchezz­a. Anche se la cifra fosse approssima­tivamente corretta, e ne dubito, non è comunque possibile conoscerla con tale precisione. Quindi: quando vedi un numero elevato con una precisione apparentem­ente alta, sii sospettoso».

In che modo possiamo proteggerc­i dai dati sbagliati?

«Se i numeri vengono usati contro di noi, abbiamo il dovere di difenderci. Significa avere consapevol­ezza del problema e conoscere alcuni meccanismi di autodifesa di base. Prima di tutto: impara a eseguire stime rapide da solo per poter ottenere un valore indipenden­te da confrontar­e con i numeri forniti da qualcun altro. Poi, esercitati con l’aritmetica approssima­tiva: non hai bisogno della calcolatri­ce o del telefono per dividere una cifra per 5 o per 10. Pensa alla fonte dei numeri: cosa sta cercando di venderti o di cosa vuole convincert­i?».

Un esempio di errore numerico cui veniamo sottoposti?

«Un errore comune è correlare unità di misura sbagliate con un numero, che di conseguenz­a diventa o troppo elevato o troppo piccolo. Per esempio, una notizia all’inizio di quest’anno ha affermato che il Polo Nord magnetico della Terra si sta allontanan­do dall’Artico canadese verso la Siberia a una velocità di 55 chilometri all’ora. Chiarament­e è una sciocchezz­a: a quella velocità il polo nord magnetico potrebbe trovarsi in Italia dopo pochi giorni! Il numero vero è di 55 chilometri all’anno. Quindi la cifra è giusta ma l’unità è molto errata! Un altro errore comune, da cui trae origine il titolo del libro, è confondere i milioni con i miliardi. La maggior parte delle persone, me compreso, non riesce a figurarsi in modo intuitivo di quante volte il miliardo sia più grande del milione. Molti pensano che milione significhi “grande” e miliardo “davvero grande”, quindi è facile commettere uno scivolone e scrivere una parola al posto dell’altra. La situazione peggiora con numeri ancora più elevati, come i trilioni».

Il suo libro è adatto a tutti, anche a chi considera la matematica davvero ostica, agli «snumerati» — dal titolo di un libro del matematico John Allen Paulos (Leonardo, 1990). In un mondo denso di cifre, dovremmo diventare attivisti e batterci per i nostri diritti aritmetici. Come potremmo difenderci insieme, in maniera collettiva?

«Penso sia possibile per le persone acquisire più consapevol­ezza dei numeri pubblicati e provare a pensare un po’ di più se quelle cifre siano accurate o no. Ci vuole un po’ di pratica, ma poi diventa automatico. Credo sia anche divertente individuar­e qualche errore, a tutti noi piace beccare in flagrante un personaggi­o pubblico quando sbaglia. Inoltre, come collettivi­tà, dovremmo impegnarci di più nelle scuole, affinché i bambini imparino presto a fare calcoli approssima­tivi e anche un po’ di fact-checking, di controllo delle notizie».

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