Corriere della Sera - La Lettura
Il «Requiem» al ghiacciaio morente dell’ingegnere che dirige il coro
Filippo Dadone, ingegnere, è dirigente dell’Unità organizzativa urbanistica e assetto del territorio della Regione Lombardia. A questa professione alterna l’attività musicale: direttore di coro e d’orchestra. «Sono due espressioni fondamentali della mia personalità: da una parte c’è la tutela del territorio, la passione per la sostenibilità ambientale; dall’altra, e anche prima, è nato l’amore per la musica e più nello specifico quella per il canto e il coro. A volte ho faticato a trovare spazio, tempo ed energia per entrambe ma mi hanno accompagnato tutta la vita e sono riuscito a farle convivere. Ho cominciato con lo studio del pianoforte, infine durante l’università ho fondato il coro del Collegio Ghislieri a Pavia e in quell’occasione mi sono messo per la prima volta alla prova come direttore». Dal 2015 Filippo Dadone è direttore del Coro degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala. «Gli impegni col coro sono una-due volte alla settimana, poi c’è l’attività concertistica, di sera, o nel fine settimana, quindi senza interferenze con il lavoro». Dopo quella del coro è arrivata anche la direzione d’orchestra. «L’esperienza è sempre legata alla musica cantata, non mi sento per ora un direttore da sinfonica! Recentemente ho potuto coniugare la mia passione lavorativa con la musica, dirigendo orchestra e coro in un programma rossiniano nel cantiere del Teatro Lirico a Milano. Allo Stelvio, sui 2.500 metri d’altitudine, davanti al Ghiacciaio dei Forni, ho potuto unire l’armonia delle voci con la tutela dell’ambiente: abbiamo dedicato il Requiem di Mozart al ghiacciaio che sta scomparendo».