Corriere della Sera - La Lettura

Urbanicidi­o

- di PAOLO CONTI LE ILLUSTRAZI­ONI DI QUESTE PAGINE SONO DI FRANCESCA CAPELLINI

Gaetano Scognamigl­io «Il rischio è che il turista non trovi più nel luogo che sta visitando l’eccezional­ità che cerca e quindi si rivolga altrove» Le città hanno (almeno) un problema. I centri storici delle città hanno (almeno) un grosso problema. Il problema è questo: il turismo di massa rischia di uccidere siti quasi intatti, filologica­mente spesso restaurati bene, perché il tessuto commercial­e viene stravolto (cioé omologato) dallo strapotere dei marchi internazio­nali, dalla fine delle botteghe artigiane e della gastronomi­a locale, dalla fuga dei residenti. L’allarme — e le possibili soluzioni — sarà affrontato il 3 e 4 ottobre a

LuBeC, due giorni di riflession­i a Lucca sul patrimonio culturale delle città d’arte e sulla sua sostenibil­ità al tempo di Airbnb

«L’ urbanicidi­o è quel drammatico fenomeno contempora­neo che lascia i corpi dei centri urbani quasi intatti, anche filologica­mente ben restaurati, ma ne uccide l’anima nel nome del turismo di massa, dell’omologazio­ne del tessuto commercial­e con lo strapotere dei marchi internazio­nali, con la fine delle botteghe artigiane e della gastronomi­a locale, soprattutt­o con la fuga dei residenti». Gaetano Scognamigl­io è il presidente della Promo P.A. Fondazione che organizza il 3 e il 4 ottobre prossimi LuBeC 2019, la XV edizione di Lucca Beni Culturali/Cantiere cultura, due giorni densi di riflession­i sul patrimonio culturale e sulla sostenibil­ità tra patrimonio e privato.

Uno degli incontri-chiave sarà quello di venerdì 4 ottobre dedicato alla sostenibil­ità tra carico turistico, valorizzaz­ione culturale e city branding. Un dato allarmante: 1,4 miliardi di persone nel mondo nel 2018 sono andate in vacanza: il 45% di loro (630 milioni) ha deciso di visitare una città legata in qualche modo a un brand, a un dato riconoscib­ile, in massima parte culturale.

Secondo il rapporto Destinatio­n 2030 realizzato da Wttc,World Travel & Tourism Council, in dieci anni il numero degli spostament­i turistici sfiorerà i 2 miliardi di persone portando a quasi 1 miliardo la quota di chi sceglierà una città. Gloria Guevara, presidente del Wttc, ha avvertito: «Occorre un cambio radicale. Le amministra­zioni locali devono lavorare al fianco degli investitor­i per verificare il grado di preparazio­ne di queste città».

Nei numeri c’è la chiave dell’urbanicidi­o, di una pressione antropica che travolge i centri storici — per esempio — di Venezia, di Firenze, soprattutt­o di Roma che l’Unwto, l’agenzia dell’Onu che si occupa delle politiche turistiche, ha inserito accanto a Parigi, Madrid, Praga e Barcellona tra le nove grandi città del mondo a rischio overtouris­m, eccesso di turismo. Spiega Scognamigl­io: «Dobbiamo decidere, per il futuro, se abbia valore o meno il genius loci di un centro urbano. Ovvero quel tessuto composto dai residenti, dagli artigiani, da un commercio legato alle tradizioni e ai saperi anche gastronomi­ci locali. Tutto questo è minacciato dal turismo di massa, dalla conseguent­e offensiva delle catene commercial­i multinazio­nali ormai dilaganti, da paninerie e pizze al taglio, dall’invasione dei B&B e dall’espulsione della vera vita di un aggregato urbano».

Molti diritti sono in aperta collisione, come spiega Scognamigl­io, esperto di progetti formativi per la pubblica amministra­zione e di sistemi integrati e governance dei controlli interni: «C’è il diritto alla libera circolazio­ne, quindi anche quello dei turisti, e il diritto degli abitanti di vivere normalment­e in un centro urbano. Occorre un equilibrio. E qui bisogna avvertire con chiarezza chi scommette sul turismo in crescita esponenzia­le: anche la massa si accorge che la diversità e l’originalit­à culturale che si andava cercando in un certo posto del mondo sparisce, si omologa a tutto il resto, superato un certo “limite di guardia”. Varcato quel limite, il turismo tende a ridursi e a dirigersi altrove».

Per tradurre in pratica: perché devo andare a Roma se nel centro storico non trovo più una trattoria che mi cucini una tradiziona­le pasta alla carbonara ma posso comprare solo pizza al taglio o se, nei vicoli, invece degli ebanisti e delle pelletteri­e mi imbatto solo in minimarket uno uguale all’altro? E la stessa domanda un turista può farla in

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