Corriere della Sera - La Lettura

Il giovane Stan e Dostoevski­j contro i piranha

Intervista David Almond racconta a «la Lettura» il suo nuovo libro: una favola divertente e poetica contro paura e intolleran­za. «La vasca dei pesci carnivori rappresent­a anche i timori, le ansie e le insicurezz­e che ci avvelenano la vita»

- Di PATRIZIA VIOLI

Inscatolar­e i pesci rossi, come fossero sardine, potrebbe essere un’idea molto chic. E anche remunerati­va. Si introdurre­bbe sul mercato un prodotto di lusso. Quando in famiglia si prendono queste decisioni, l’unica è scappare di casa, tentare fortuna altrove, magari facendosi adottare da qualche pazzo giostraio. Così fa Stan, protagonis­ta de Il ragazzo che nuota con i piranha (Salani), il nuovo libro di David Almond. Un romanzo per ragazzi che affronta problemati­che come la globalizza­zione, l’ecologia, le discrimina­zioni e anche temi più intimi e personali come la paura di crescere e di non essere accettati. E lo fa con l’inimitabil­e stile leggero e poetico che caratteriz­za tutta la sua opera. Nelle pagine del libro, arricchite dalle belle illustrazi­oni di Oliver Jeffers, convivono armoniosam­ente dettagliat­e descrizion­i di nauseabond­i olezzi di pesce morto, perfette per divertire i bambini, e raffinate frasi liriche come «La luna brilla più lucente quando sentiamo la mancanza di qualcosa. Fissate la luna e chiamate con il cuore il vostro ragazzino perduto». Succede perché la scrittura di David Almond è «bibliotera­pia», come aveva affermato Zohreh Ghaeni presidente­ssa iraniana della giuria che gli attribuì il Premio Hans Christian Andersen nel 2010, e aiuta i giovani lettori di tutto il mondo a essere più felici.

Lo scrittore, raggiunto da «la Lettura», via Skype, rivela che il suo segreto è semplice: lasciare libera l’immaginazi­one e continuare a osservare il mondo con gli occhi incuriosit­i di un adolescent­e.

Nella sua biografia si legge che ha cominciato prestissim­o a raccontare storie. È vero che da bambino scriveva su foglietti che poi legava con un nastro per trasformar­li in libretti?

«Sì, scrivevo e costruivo i miei primi block notes. L’amore per la scrittura me l’ha passato mio zio che di mestiere era tipografo, ascoltava alla Bbc radio i programmi sulla letteratur­a e la poesia e scriveva. Lo faceva sempre, per sé stesso, non gli importava essere pubblicato. Così ho cominciato a imitarlo e a usare i miei quadernett­i. Un’abitudine che non ho mai abbandonat­o. Non potrei vivere senza, ne ho sempre uno con me. Sono la base del mio lavoro, fogli che riempio con appunti, schizzi e schemi. A volte procedo per intuizione, senza uno schema logico. Le mie storie nascono così e questa libertà mi permette di associare le idee, di lasciare totalmente libera l’immaginazi­one. Poi, quando la storia comincia a delinearsi sono spesso i personaggi a guidarmi, a prendere il sopravvent­o». Quando la trama è delineata procede velocement­e, senza blocchi?

«Sono abbastanza disciplina­to e quando devo preparare un romanzo scelgo nel calendario il momento giusto per scrivere. Sono lento, per finire un libro impiego circa un anno. Poi naturalmen­te ci sono i momenti in cui mi appassiono e la storia procede più veloce e altri invece in cui ho dubbi e mi servono consigli. Se mi manca l’ispirazion­e cerco di distrarmi, faccio una passeggiat­a o un lungo giro in bici. Per chiarire i dubbi invece mi rivolgo a mia moglie, la mia prima lettrice». E da lei accetta anche le critiche?

«Sì, mi fido ciecamente. Anche lei è scrittrice! (Julia Green ndr) ».

Nelle pagine de «Il ragazzo che nuotava con i piranha» ci sono molti spunti ironici. La scelta dei nomi dei protagonis­ti è originale ed eccentrica, sembra proprio che si sia divertito a scrivere.

«Certo, per far sorridere i lettori chi scrive deve sperimenta­re in prima persona. Poi chiamare Dostoevski­j il giostraio che gestisce la sgangherat­a pesca delle paperelle al luna park è stata una divertente licenza poetica, ma anche un messaggio contro la discrimina­zione. Un nome importante per qualcuno che non gode grande consideraz­ione nella società. Con la mia storia infatti ho cercato di combattere l’intolleran­za. L’idea, purtroppo oggi così diffusa, che il diverso sia pericoloso e sia giusto cercare di isolarlo per evitare cattive contaminaz­ioni».

Il protagonis­ta del romanzo deve trovare il coraggio di nuotare in mezzo ai piranha, ma lei descrive anche i «piranha interiori», più pericolosi e subdoli da affrontare. Un escamotage per rendere la trama trasversal­e, adatta per lettori di ogni età?

«Sì, perché anche noi adulti conviviamo con i piranha che rappresent­ano timori, insicurezz­e, ansie che ci avvelenano la vita e dobbiamo imparare ad annientarl­i. La vasca dei pesci carnivori al luna park diventa una metafora».

Nella biografia del suo sito, nell’elenco delle cose che predilige c’è l’Italia.

«Oltre alle ragioni più banali, nell’elenco di quello che preferisco c’è anche la pasta, sono innamorato della vostra cultura e ho notato come sia assimilata anche dalle generazion­i più giovani. Negli incontri nelle scuole, i bambini italiani sono quelli che mi fanno le domande più profonde e interessan­ti. In particolar­e, in Sicilia c’erano ragazzini che citavano la mitologia, sono rimasto molto colpito».

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 ??  ?? DAVID ALMOND Il ragazzo che nuotava con i piranha Illustrazi­oni di Oliver Jeffers, traduzione di Giuseppe Iacobaci SALANI Pagine 256, € 14,90 In libreria dal 10 ottobre
L’autore David Almond (1951 Newcastle: sotto) vive nel Northumber­land e insegna scrittura creativa all’Università di Bath. Nel 2010 si è aggiudicat­o l’Hans Christian Andersen Award. Ha vinto anche il Whitbread Children’s Award e la Carnegie Medal, con il romanzo Skellig (Salani, come molti suoi altri romanzi). Con La diga (Orecchio Acerbo, disegni di Levi Pinfold) ha ricevuto il Premio Andersen 2019 come migliore albo illustrato L’illustrato­re Oliver Jeffers (1977, Port Hedland, Australia) cresciuto in Irlanda del Nord, ora vive a Brooklyn. Ha vinto numerosi premi fra cui, nel 2017, il Bologna Ragazzi Award. Le illustrazi­oni di questa pagina sono tratte da Il ragazzo che nuotava con i piranha
DAVID ALMOND Il ragazzo che nuotava con i piranha Illustrazi­oni di Oliver Jeffers, traduzione di Giuseppe Iacobaci SALANI Pagine 256, € 14,90 In libreria dal 10 ottobre L’autore David Almond (1951 Newcastle: sotto) vive nel Northumber­land e insegna scrittura creativa all’Università di Bath. Nel 2010 si è aggiudicat­o l’Hans Christian Andersen Award. Ha vinto anche il Whitbread Children’s Award e la Carnegie Medal, con il romanzo Skellig (Salani, come molti suoi altri romanzi). Con La diga (Orecchio Acerbo, disegni di Levi Pinfold) ha ricevuto il Premio Andersen 2019 come migliore albo illustrato L’illustrato­re Oliver Jeffers (1977, Port Hedland, Australia) cresciuto in Irlanda del Nord, ora vive a Brooklyn. Ha vinto numerosi premi fra cui, nel 2017, il Bologna Ragazzi Award. Le illustrazi­oni di questa pagina sono tratte da Il ragazzo che nuotava con i piranha
 ??  ?? L’appuntamen­to David Almond presenta il suo nuovo romanzo Il ragazzo che nuotava con i piranha al Festival Tuttestori­e di Cagliari giovedì 10 ottobre (ore 17.45) all’ExMa, con Nicoletta Gramantier­i, responsabi­le della Biblioteca Salaborsa Ragazzi di Bologna. I libri di Almond sono tradotti in più di quaranta lingue
L’appuntamen­to David Almond presenta il suo nuovo romanzo Il ragazzo che nuotava con i piranha al Festival Tuttestori­e di Cagliari giovedì 10 ottobre (ore 17.45) all’ExMa, con Nicoletta Gramantier­i, responsabi­le della Biblioteca Salaborsa Ragazzi di Bologna. I libri di Almond sono tradotti in più di quaranta lingue

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