Corriere della Sera - La Lettura

Un’anima dark per Perrault

- Di SEVERINO COLOMBO

«Le i l l ustr azi oni di mr. Clarke parlano da sole. E parlano anche per Perrault». Così scrive lo storico dell’arte e collezioni­sta Thomas Bodkin nell’Introduzio­ne al volume The Fairy Tales of Charles Perrault, a commento dei disegni realizzati da Harry Clarke, talentuoso artista irlandese. La raccolta di fiabe è uscita nel 1922 dalla casa editrice londinese George G. Harrap & Co.; da quel volume sono tratte le illustrazi­oni che accompagna­no le fiabe di Charles Perrault (1628-1703) pubblicate ora in Italia da Elliot con traduzione dal francese di Federigo Verdinois e revisione di Lucrezia Pigini. Vengono proposte dieci tra le storie più celebri del favolista francese: Cappuccett­o rosso, La fata, Barbablù, La bella addormenta­ta, Il gatto con gli stivali, Cenerentol­a, Enrichetto dal ciuffo, Pollicino, I desideri ridicoli, Pelle d’asino.

Vicende incredibil­i — molte stranote, altre da scoprire — che raccontano di bambine coraggiose e di lupi affamati che fingono di essere amichevoli; esseri fatati, regine egoiste e principess­e dalle cui bocche escono perle ma pure rospi; gentiluomi­ni che tra le mura di casa propria si rivelano per quello che sono: crudeli scannatori di mogli; fate capaci di fermare il tempo e principess­e in attesa di un bacio, di un principe e di un regno; felini astuti che servono al meglio i propri padroni e si fanno beffe degli stolti; principi simpatici ma bruttarell­i; matrigne cattive, zucche che diventano carrozze e scarpette di vetro; bambini piccoli di statura ma giganti per astuzia; taglialegn­a prima infelici poi fortunati (e mogli mai contente); regine bizzose, principess­e in fuga con un corredo di abiti magici.

Le fiabe sono completate da una morale, talvolta più di una. Alcune suonano come un invito a coltivare le virtù: «La cortesia costa un po’ di studio e di tolleranza; ma prima o poi ha il suo compenso, spesso, anzi, quando meno ci si pensa» insegna La fata; altre mettono in guardia: «Si vede qui che i bambini, e soprattutt­o le bambine ben fatte e aggraziate, fanno male a dar retta ad ogni sorta di persone, e che non è mica strano vederne tante mangiate dal Lupo» ( Cappuccett­o rosso). Alcuni finali sono quasi auspici, che purtroppo a distanza di secoli continuano ad restare disattesi, come accade per la morale di Barbablù: «Per poco che si abbia senno e si sappia decifrare il garbuglio del mondo, si vede subito che questa storia è una fiaba dei tempi andati. Un marito così tremendo o che voglia l’impossibil­e non si trova più». Altre morali, ancora, possono risultare sorprenden­ti ad orecchi moderni come la «lezio

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