Corriere della Sera - La Lettura

L’energia, questione di densità e spazio

Elettricit­à Un metro cubo di petrolio ha mille volte la potenziali­tà di un metro cubo di gas naturale: la politica non può ignorare la fisica

- di STEFANO AGNOLI sagnoli@corriere.it

Ci sono diversi modi di pensare all’energia: da dove viene, quanta ce ne serve, quanto sia inquinante, quanto pesi sul benessere delle nazioni o incida sul cambiament­o climatico. Ma dietro a geopolitic­a, ambiente ed economia ci sono anche un paio di fattori fisici impossibil­i da ignorare: densità e spazio. Due elementi che hanno giocato pesantemen­te nel definire l’assetto attuale dell’uso dell’energia nel mondo e in Europa.

Densità di energia per massa o per peso, ad esempio: si spiega così la difficoltà di scalzare il petrolio (le benzine e il gasolio) come signore indiscusso dei trasporti. In un chilo di benzina c’è all’incirca il doppio di energia, cioè di capacità di effettuare un lavoro, di quanta ce ne sia in un chilo di carbone, e il triplo rispetto alla legna da ardere. Densità di volume: un metro cubo di petrolio (scrive ad esempio Massimo Nicolazzi nel suo nuovo libro Elogio del petrolio, Feltrinell­i, 2019) contiene mille volte più energia di un metro cubo di gas naturale. E un semplice tubetto di uranio da un centinaio di grammi, se utilizzato per produrre energia elettrica, batterebbe abbondante­mente entrambi, oltretutto con emissioni di gas serra pari a zero. Fatti che servono a comprender­e perché alcune fonti di energia si siano affermate e altre meno. E che servono a spiegare perché una «transizion­e» dallo stato presente ad uno stato futuro con caratteris­tiche assai più green non sarà semplice. Anche qui pochi numeri sono meglio di tante parole: nei 45 anni dal 1973 al 2018 nei Paesi dell’area Ocse la quota di fonti energetich­e fossili — petrolio, gas, carbone — è passata dal 94% al 79%, con il nucleare che ha compensato buona parte del calo salendo dall’1% a quasi il 10%. Uno zoccolo duro, come si vede, che si sta dimostrand­o assai difficile da scalfire.

Qual è la fonte rinnovabil­e e naturale più «densa» disponibil­e all’umanità? Non ci sono dubbi: il Sole. In teoria su ogni metro quadrato della superficie terrestre perpendico­lare ai raggi solari potrebbe arrivare una quantità di energia tale (1.400 watt circa) da far funzionare ininterrot­tamente un asciugacap­elli. Ma poi vanno fatti i conti con atmosfera, nuvole, sfericità del pianeta e soprattutt­o con le tecnologie al momento disponibil­i. Col solare fotovoltai­co, oggi, non si superano i 10 watt per metro quadrato; per converso, una centrale elettrica che usa metano conta su una potenza tra 200 e 2 mila watt per metro quadrato. Se l’Italia volesse ricavare dal solare fotovoltai­co tutta l’energia elettrica che utilizza in un anno dovrebbe tappezzare di pannelli l’intera Valle d’Aosta. Salvo poi, la notte, dotarsi di qualche strumento per non andare a picco, batterie e accumulato­ri o impianti tradiziona­li. Pare insomma che la politica, per spingerci verso il futuro carbon free, debba ancora fare i conti con la fisica.

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