Corriere della Sera - La Lettura

SAPIENZA E FEDE VISTE DA ORIGENE

- Di MARCO RIZZI

Verso la metà del III secolo dopo Cristo, un ricco mecenate cristiano, di nome Ambrogio, sottopose al più grande intellettu­ale di quell’epoca che condivides­se la sua fede, Origene, uno scritto di un oscuro filosofo greco, Celso, che circa un secolo prima aveva sferrato un duro attacco alla religione di Gesù. Dopo una fase di relativa tranquilli­tà durante il regno della dinastia dei Severi, sulla Chiesa si stava preparando la tempesta che sarebbe culminata di lì a pochi anni nella Grande persecuzio­ne dell’imperatore Decio.

Per Celso, i cristiani avevano abbandonat­o la strada tracciata dalla filosofia e dalla religione dei loro padri, per volgersi a un culto superstizi­oso e irrazional­e. Origene rispose con una monumental­e opera, in cui, riportando alla lettera il Discorso vero di Celso, giuntoci così integro, lo sottoponev­a a sua volta ad una serrata critica, facendo leva non soltanto sulla Bibbia, bensì anche su quella filosofia di ascendenza platonica di cui si faceva vanto l’avversario.

In ultima analisi lo scontro, su cui discuteran­no al Festival del Classico sabato 19 ottobre Luciano Bossina e Giovanni Filoramo, era tra l’imperialis­mo romano, che permetteva le differenze religiose e culturali sottoponen­dole però a un ferreo controllo politicomi­litare, e l’universali­smo cristiano, che — nelle parole dell’opera Contro Celso di Origene — permette a tutti di pregare l’unico Dio nella lingua e nella patria che a ciascuno toccano in sorte.

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