Corriere della Sera - La Lettura
La rivoluzione industriale è un fantasy
Matteo Strukul, autore di romanzi storici, incontra l’inglese Joe Abercrombie, che torna in libreria con «Un piccolo odio». «Così il genere riscrive la modernità»
Joe Abercrombie è senz’altro l’autore più originale e spiazzante del fantasy. Tradotto in più di venti lingue, con milioni di copie vendute, l’autore inglese torna in questi giorni sugli scaffali italiani con il suo nuovo romanzo, Un piccolo odio (Mondadori), magnificamente tradotto da Edoardo Rialti che ha anche curato una nuova edizione della trilogia de La prima legge (Mondadori, traduzione di Benedetta Tavani, pagine 1.152, € 28) che esce anch’essa in un unico, sontuoso tomo. Tale annotazione non suoni didascalica, giacché per una migliore comprensione del nuovo romanzo, la lettura della trilogia appare necessaria, dal momento che i fatti narrati in Un piccolo odio avvengono trent’anni dopo quelli de La prima legge.
Con un meccanismo narrativo che ricorda Vent’anni dopo di Dumas, Abercrombie torna a raccontarci alcuni dei suoi personaggi più affascinanti, come l’arci-lettore Glokta, il Mastino, Caul Brivido. Ma tutto è cambiato e niente è rimasto come prima.
«Se è vero che la mia prima trilogia — dice Abercrombie — fotografava un mondo classicamente fantasy, con evidenti richiami al Medioevo e forse a un certo Rinascimento, soprattutto nei tre romanzi autoconclusivi che l’avevano seguita, magari con uno stile che poteva ricordare alcuni archetipi de Il signore degli anelli, ebbene è altrettanto importante sottolineare quanto fosse mia intenzione, fin dal principio, vedere quel mondo evolvere in modo nuovo e affascinante. E il cambiamento, che conteneva in sé tensioni e mutamenti, non poteva che essere quello della rivoluzione industriale. Una struttura sociale più complessa, un diverso modo di pensare, una corsa per l’accaparramento delle moderne tecnologie, i contadini obbligati a riscoprirsi classe operaia nelle fabbriche: sono questi solo alcuni dei mutamenti imposti dal Grande Cambiamento che avviene in Un piccolo odio. Ecco, credo che questo tipo di dinamiche sociali, pur trasportate nel mondo della Prima Legge, permettano interessanti e sorprendenti punti di vista».
Insieme ad alcuni vecchi personaggi arriva un’intera, nuova generazione di protagonisti.
«In questo nuovo romanzo ci sono molte nuove figure. Il principe Orso rappresenta il modello dell’erede al trono, quello che in Inghilterra chiamerebbero il Prince Hal, e cioè il giovane Enrico V,