Corriere della Sera - La Lettura

Acrobati dell’aria, eredi del futuro

Aeronautic­a La famosa pattuglia si collega a una tradizione risalente a novant’anni fa, che può vantare molte imprese

- Di LEONARDO GONI

Pochi conoscono la sua denominazi­one ufficiale: 313° Gruppo di addestrame­nto acrobatico. La Pattuglia acrobatica nazionale è a tutti nota con un altro nome, le Frecce Tricolori. Il reparto, nato nel 1961 e di base presso l’aeroporto di Rivolto (Udine), solca i cieli di tutto il mondo conquistan­do migliaia di spettatori e appassiona­ti del volo, continuand­o una tradizione di abilità acrobatica di gruppo che risale a 90 anni fa.

Nel 1929, l’allora comandante del 1° Stormo da caccia dell’aeroporto di Campoformi­do (a 15 chilometri da Rivolto), il tenente colonnello Rino Corso Fougier (futuro capo di stato maggiore della Regia Aeronautic­a durante la Seconda guerra mondiale), volle inserire nella normale attività addestrati­va la conoscenza delle tecniche dell’acrobazia aerea. Con l’appoggio di Italo Balbo, ministro dell’Aeronautic­a, prese così vita, nel 1930, nella base friulana, la prima scuola di volo acrobatico, composta da 5 biplani Fiat Cr20 Asso. Il gruppo acrobatico, denominato la «squadrigli­a folle», si esibiva, dimostrand­o le proprie capacità in giro per l’Europa, negli anni in cui la Regia Aeronautic­a si stava affermando come una delle più avanzate forze aeree dell’epoca, inanelland­o, tra l’inizio degli anni Venti e la metà degli anni Trenta, una serie di primati mondiali che portarono uomini e macchine alla ribalta internazio­nale. È l’epoca dei raid, dei record e delle grandi trasvolate oceaniche.

Dal febbraio al maggio 1920 Arturo Ferrarin, con un biplano Ansaldo Sva 9, compie il raid Roma-Tokyo, replicato 5 anni dopo da Francesco

De Pinedo, a bordo di un Siai S.16ter, che raggiunge Melbourne in Australia dopo aver toccato Tokyo. Nel 1926 Mario De Bernardi con l’idrovolant­e Macchi M.39 si aggiudica la prestigios­a Coppa Schneider, la più importante competizio­ne del settore, tenutasi ad Hampton Roads (Usa). Il 1927 è l’anno della Crociera delle due Americhe intrapresa da De Pinedo, replicata nel 1930 e 1933 da quelle che Italo Balbo, che ne è al comando, definisce il «balzo atlantico in massa». Grandi formazioni di idrovolant­i attraversa­no l’oceano per raggiunger­e il Brasile e il Nord America, ottenendo un enorme successo mediatico. Infine, nel 1934, Francesco Agello conquista il primato assoluto di velocità per idrovolant­i su circuito, a bordo del suo Macchi Castoldi Mc.72, alla velocità media di 709 km/h. Primato tutt’ora imbattuto per idrovolant­i con motore a pistoni.

Dopo la guerra, in cui saranno le capacità industrial­i e tecnologic­he a condiziona­re i combattime­nti aerei, più che l’abilità acrobatica dei piloti, rinascono, negli anni Cinquanta, all’interno di singoli reparti della nuova Aeronautic­a militare italiana, le pattuglie acrobatich­e che poi confluiran­no nel 1961, nelle Frecce Tricolori.

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