Corriere della Sera - La Lettura
RIEMPIRE GLI SPAZI RIMASTI VUOTI
Ame fa piacere che se ne stiano lassù, in cima alle classifiche dei libri. E se le Fantafiabe di Luì e
Sofì sono dove sono, non pensiate che sia un segno di un degrado del nostro Paese. Gli autori youtuber, debitamente supportati, sono in cima alle classifiche per ragazzi in Spagna come nel Regno Unito. Hanno sbaragliato decine di narratori competenti nel cuore dei lettori. E questo con due aspetti comuni e trasversali: quello territoriale e quello della presenza nel tempo.
I Vlogger per bambini, salvo pochissime eccezioni, difficilmente scavalcano i confini della loro nazione: il legame linguistico è intimo e non traducibile. Il secondo elemento polarizzante è che sono presenze costanti, aggiornate giorno dopo giorno, fedeli ai loro amici. Chi li scopre oggi, scopre non solo i contenuti già esistenti, ma riceve anche la promessa di una compagnia futura. Non si tratta, quindi, di fare le pulci al testo delle fiabe di Luì e Sofì per cercare di capire perché siano così amati, ma comprendere che l’amore viene prima, ed è quello dei bambini, privo dei giudizi di valore che ci insegnano ad applicare una volta cresciuti. I Vlogger giocano, parlano una lingua semplice e buffa, danno idee: sono diventati figure importanti per vincere la solitudine e l’imbarazzo. Curano il loro pubblico. Ne accettano i limiti e a volte ne cavalcano i pregiudizi. Sono a un clic di distanza. I genitori, invece, prigionieri nel traffico. I nonni lontani. Gli amici in altre case, anziché in strada a giocare. Per vari motivi tutte queste figure hanno lasciato libero quel territorio che una volta presidiavano con le loro storie, leggende, imprese. Racconti che non avevano una particolare cura per la qualità espressiva, dato che il loro aspetto cruciale era il tempo scambiato.
I Vlogger se lo sono preso. Niente di strano se una volta venuto a mancare quel tempo di scambio, i bambini lo stiano cercando da un’altra parte. Non ci si può lamentare se quello che torna indietro sembra poco, se non si ricomincia a prendersi cura di quanto si dà.