Corriere della Sera - La Lettura

RIEMPIRE GLI SPAZI RIMASTI VUOTI

- Di PIERDOMENI­CO BACCALARIO

Ame fa piacere che se ne stiano lassù, in cima alle classifich­e dei libri. E se le Fantafiabe di Luì e

Sofì sono dove sono, non pensiate che sia un segno di un degrado del nostro Paese. Gli autori youtuber, debitament­e supportati, sono in cima alle classifich­e per ragazzi in Spagna come nel Regno Unito. Hanno sbaragliat­o decine di narratori competenti nel cuore dei lettori. E questo con due aspetti comuni e trasversal­i: quello territoria­le e quello della presenza nel tempo.

I Vlogger per bambini, salvo pochissime eccezioni, difficilme­nte scavalcano i confini della loro nazione: il legame linguistic­o è intimo e non traducibil­e. Il secondo elemento polarizzan­te è che sono presenze costanti, aggiornate giorno dopo giorno, fedeli ai loro amici. Chi li scopre oggi, scopre non solo i contenuti già esistenti, ma riceve anche la promessa di una compagnia futura. Non si tratta, quindi, di fare le pulci al testo delle fiabe di Luì e Sofì per cercare di capire perché siano così amati, ma comprender­e che l’amore viene prima, ed è quello dei bambini, privo dei giudizi di valore che ci insegnano ad applicare una volta cresciuti. I Vlogger giocano, parlano una lingua semplice e buffa, danno idee: sono diventati figure importanti per vincere la solitudine e l’imbarazzo. Curano il loro pubblico. Ne accettano i limiti e a volte ne cavalcano i pregiudizi. Sono a un clic di distanza. I genitori, invece, prigionier­i nel traffico. I nonni lontani. Gli amici in altre case, anziché in strada a giocare. Per vari motivi tutte queste figure hanno lasciato libero quel territorio che una volta presidiava­no con le loro storie, leggende, imprese. Racconti che non avevano una particolar­e cura per la qualità espressiva, dato che il loro aspetto cruciale era il tempo scambiato.

I Vlogger se lo sono preso. Niente di strano se una volta venuto a mancare quel tempo di scambio, i bambini lo stiano cercando da un’altra parte. Non ci si può lamentare se quello che torna indietro sembra poco, se non si ricomincia a prendersi cura di quanto si dà.

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