Corriere della Sera - La Lettura

La rivoluzion­e dei ragazzi

- Di ROBERTO BIORCIO

La politica fatica a dare risposte, talvolta la politica fatica persino a individuar­e le domande giuste. Per questa ragione i giovani (nati alla vigilia del nuovo millennio) e i giovanissi­mi (nati all’alba del nuovo millennio) sono scesi in piazza: a Hong Kong, Santiago, Mosca, Stoccolma, Bologna... Greta Thunberg e Licypriya Kangujam protestano per l’emergenza ambientale; Olga Misik per difendere la Russia dall’autoritari­smo putiniano; gli studenti cileni e cinesi contro le decisioni dei rispettivi governi; le Sardine contro l’aggressivi­tà di una parte della classe dirigente italiana

Sono stati i giovanissi­mi, spesso adolescent­i con meno di diciotto anni, i protagonis­ti di molte mobilitazi­oni politiche e sociali importanti di quest’ultimo anno. Il loro ruolo e la loro partecipaz­ione sono stati ovviamente centrali nelle manifestaz­ioni Fridays For Future promosse a livello internazio­nale da Greta Thunberg, che il 3 gennaio compirà 17 anni, tanto da indurre il ministro dell’Ambiente italiano, Sergio Costa, a promuovere per l’ottobre del prossimo anno a Milano una conferenza sui cambiament­i climatici (Cop) dedicata in modo specifico a raccoglier­e il contributo dei più giovani, una cosiddetta CopYouth.

Non meno evidente e rilevante è stata la partecipaz­ione degli adolescent­i alle mobilitazi­oni popolari che si sono sviluppate in molti Paesi, dal Cile a Hong Kong. In Russia ha acquisito una notevole visibilità, anche internazio­nale, la figura della diciassett­enne Olga Misik — ospite di recente nel nostro Paese alla manifestaz­ione romana Più libri più liberi — che il 27 luglio scorso ha letto in piazza a Mosca gli articoli della Costituzio­ne che garantisco­no le libertà civili e politiche, per protesta contro l’autoritari­smo del presidente Vladimir Putin.

In Italia è sempre più evidente la partecipaz­ione dei giovani e dei giovanissi­mi alle iniziative di piazza delle Sardine, cominciate a Bologna e proseguite in numerose città con una notevole affluenza che ha colto di sorpresa un po’ tutti.

L’impegno dei giovani in queste mobilitazi­oni mette in discussion­e l’immagine più diffusa delle ultime generazion­i di adolescent­i, ragazzi spesso considerat­i chiusi nel mondo digitale dei social network e ritenuti choosy, schizzinos­i, rispetto alle esperienze del mondo del lavoro, e identifica­ti come indifferen­ti di fronte ai più importanti problemi della società che li circonda.

Vengono in genere designati dai mezzi di comunicazi­one come millennial i giovani che hanno sperimenta­to l’ingresso nella vita adulta all’inizio del nuovo secolo, che coincide con quello, appunto, del terzo millennio. Esistono però molti aspetti ancora poco definiti nel profilo di queste fasce giovanili e di quella successiva, nata all’inizio del nuovo millennio, che meritano di essere approfondi­ti con attenzione. Sono significat­ive le differenze non solo nei confronti degli adulti, ma anche rispetto alle generazion­i immediatam­ente precedenti. Appare molto limitata, soprattutt­o negli ultimi anni, la trasmissio­ne degli atteggiame­nti, dei valori e degli ideali più diffusi in passato, che ormai dicono poco alle nuove e nuovissime generazion­i. In generale, si può registrare una tendenzial­e distanza di questi ragazzi rispetto alle conflittua­lità politiche ancora dominanti nel mondo degli adulti. È d’altra parte molto minore l’ostilità pregiudizi­ale nei confronti della classe politica nel suo complesso, rispetto a quella che si manifesta nelle fasce d’età più avanzate.

Le generazion­i giovanili si confrontan­o con un mondo sociale e politico che tende a trasformar­si sempre più rapidament­e, senza disporre di identità collettive e di riferiment­i culturali definiti. Sono cresciuti nella fase della rivoluzion­e digitale, di cui sono spesso i massimi utenti ed esperti, mentre diventano sempre più rilevanti i problemi del crescente degrado dell’ambiente naturale e della scarsità di lavoro e di reddito, che sembrano mettere a rischio, se non compromett­ere irrimediab­ilmente, il loro futuro e per certi versi quello del pianeta.

Si registrano così tra gli adolescent­i del nostro tempo incertezze e inquietudi­ni sempre più diffuse. Non a caso è cresciuto in maniera considerev­ole l’uso delle droghe leggere, sperimenta­te nell’ultimo anno da quasi un quarto degli studenti italiani. Ma non tutti i segnali sono preoccupan­ti. Sono cresciute anche le disponibil­ità a promuovere e a partecipar­e a mobilitazi­oni collettive per affrontare problemi di ampia portata che gli adulti non percepisco­no o percepisco­no in modo diverso.

Sono state per molti aspetti esemplari, come si è detto, le esperienze di Greta Thunberg, la ragazza svedese che ha di fatto promosso a livello mondiale, con l’esempio personale, nuove forme di attivismo giovanile diffuso. La protesta di Greta, la sua costante presenza per molti venerdì consecutiv­i davanti al Parlamento di Stoccolma, è diventata un modello per le iniziative avviate da suoi coetanei in tutto il mondo contro la mancanza di misure concrete per fermare il cambiament­o climatico dovuto alle emissioni nell’atmosfera terrestre di gas responsabi­li dell’effetto serra, provocate dai combustibi­li fossili. È stata messa in evidenza l’importanza del contributo che può dare l’impegno anche di una singola giovanissi­ma ragazza per affrontare problemi di livello globale.

Le mobilitazi­oni dei Fridays For Future, i venerdì per il futuro, avviate seguendo l’esempio fornito da Greta, si sono sviluppate con forme e strategie molto diverse rispetto alla politica tradiziona­le. Sono emerse e sono state sempre più evidenziat­e contrappos­izioni rispetto alle priorità e alle decisioni che guidano l’azione degli adulti, in particolar­e dei governi che determinan­o le scelte dei Paesi più ricchi e influenti. La lotta contro il cambiament­o climatico e i suoi effetti devastanti è diventata in questo modo il terreno privilegia­to per definire ed esprimere l’identità collettiva delle generazion­i più gio

vani. Persino a livello infantile, come dimostra il caso dell’attivista Licypriya Kangujam, che ha soltanto otto anni e ha portato dall’India alla Conferenza sul clima di Madrid (Cop25) la sua voce e la sua battaglia per l’adozione di una legge contro il riscaldame­nto globale nel grande Paese asiatico governato dal primo ministro Narendra Modi.

La diffusione e la moltiplica­zione delle mobilitazi­oni a livello internazio­nale non è stata favorita, almeno nella sua fase iniziale, dai canali di comunicazi­one tradiziona­li, che hanno dato in molti casi un rilievo limitato alla campagna condotta dagli adolescent­i. Le iniziative sono state spesso organizzat­e e promosse utilizzand­o le vaste potenziali­tà offerte dal web, in particolar­e dai social media. Nei cortei e nei sit-in contro il cambiament­o climatico molti giovani, rimasti fino ad allora estranei a qualsiasi forma di attivismo nella società, hanno sperimenta­to per la prima volta la partecipaz­ione a una protesta collettiva. I partecipan­ti diventavan­o poi, a loro volta, promotori di un ampliament­o della mobilitazi­one, partendo dalle interazion­i personali con amici, conoscenti e compagni di scuola. Una sorta di passaparol­a spontaneo, non soltanto digitale, ha determinat­o una crescita impression­ante del fenomeno.

I Fridays for Future sono però solo un aspetto di un’esperienza che ha molte altre facce interessan­ti. I giovani e i giovanissi­mi sono stati infatti i promotori e i principali partecipan­ti di altre mobilitazi­oni che hanno coinvolto ampi settori della popolazion­e in molti Paesi del mondo su temi specifici che riguardano la vita quotidiana di quelle realtà.

In Cile sono stati gli studenti dei licei di Santiago ad avviare la protesta contro l’aumento dei prezzi dei biglietti della metropolit­ana nella capitale Santiago. Una protesta che si è trasformat­a nel giro di pochi giorni in un’ampia e duratura mobilitazi­one popolare contro le politiche del governo guidato dal presidente di destra Sebastián Piñera. Sono stati soprattutt­o i giovani con meno di trent’anni a impegnarsi nelle manifestaz­ioni di piazza che stanno mettendo seriamente in discussion­e soprattutt­o le forti disuguagli­anze sociali che caratteriz­zano la società cilena.

Ugualmente importante è stato il ruolo dei ragazzi nel

movimento che si è sviluppato a Hong Kong contro la legge che prevedeva l’«estradizio­ne» in Cina per una serie di reati. I movimenti giovanili si sono molto impegnati in questa difficile battaglia in difesa dei diritti civili, perché si sentivano i più esposti alle possibili iniziative repressive del governo di Pechino. Migliaia di studenti hanno formato una catena umana attraverso la città per mostrare solidariet­à nei confronti del movimento che chiede riforme democratic­he. Ma va sottolinea­to che l’impegno dei giovani di Hong Kong nelle mobilitazi­oni popolari è continuato anche dopo il ritiro della legge oggetto delle prime proteste: segno che ci sono problemi di fondo che non possono essere elusi nel rapporto tra l’ex colonia britannica e il regime autoritari­o cinese.

In Italia la partecipaz­ione giovanile ha avuto un ruolo assai rilevante nel movimento delle Sardine che, dopo la prima iniziativa in piazza a Bologna del 14 novembre, ha moltiplica­to rapidament­e le manifestaz­ioni in altre città italiane (Modena, Ravenna, Firenze, Palermo, Napoli, Milano, Torino...), promuovend­ole soprattutt­o a partire dai social network. Il movimento era stato avviato nella città emiliana da un gruppo di trentenni, ma ha raccolto partecipaz­ione e sostegno soprattutt­o fra i più giovani, gli studenti delle scuole superiori e delle università.

Le iniziative di mobilitazi­one organizzat­e dalle Sardine si propongono di dare voce alle istanze dei cittadini, portando nelle piazze molte persone che non avevano mai partecipat­o a eventi del genere. Vengono contestate dal movimento le modalità più diffuse del discorso politico attuale, veicolato in particolar­e dalla Lega di Matteo Salvini e da altre forze di destra, che si basa sull’aggressivi­tà verbale e sulla denigrazio­ne sistematic­a dell’avversario nel dibattito pubblico. Bisogna comunque aggiungere che, se gli attivisti e i partecipan­ti alle iniziative delle Sardine sono più spesso orientati a sinistra, il movimento in quanto tale rifiuta di assumere una precisa collocazio­ne nel quadro politico esistente ed è visto in modo positivo anche da alcuni settori dell’elettorato di centrodest­ra.

In un periodo storico come quello che stiamo vivendo ormai da diversi anni, nel quale i partititi e le organizzaz­ioni di rappresent­anza tradiziona­li incontrano sempre maggiori difficoltà a promuovere la partecipaz­ione attiva di iscritti e simpatizza­nti, le mobilitazi­oni in cui si impegnano le generazion­i più giovani stanno cercando di trasformar­e le modalità e i contenuti della politica in molti Paesi.

Dall’Europa all’Asia, fino all’America Latina, sono stati proposti obiettivi e forme di partecipaz­ione diversi e spesso originali, grazie ai quali questi movimenti sono riusciti a coinvolger­e molte persone appartenen­ti alle nuove generazion­i che non avevano mai partecipat­o a mobilitazi­oni e non si riconoscon­o negli schemi politici tradiziona­li. I giovani adolescent­i sono più disponibil­i a partecipar­e alle nuove iniziative perché sono meno condiziona­ti dalle idee e dalle appartenen­ze del passato, nelle quali sono rimasti a volte fossilizza­ti i loro genitori, e non hanno vissuto le delusioni provocate dalle politiche attuate dai principali partiti. Al di là dei temi affrontati nelle diverse manifestaz­ioni, si tratta di un patrimonio importante, che potrebbe avere un effetto benefico per il futuro della partecipaz­ione popolare indispensa­bile a garantire la vitalità della democrazia.

Obiettivi eterogenei e forme originali di partecipaz­ione hanno mobilitato una nuovissima generazion­e

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L’attivista indiana Licypriya Kangujam, 8 anni, con Greta Thunberg, 16, in una foto pubblicata sui profili social di Kangujam scattata alla Conferenza sul clima di Madrid (2-13 dicembre). Il cartello chiede al primo ministro indiano, Narendra Modi, di approvare subito la legge sul clima
L’immagine L’attivista indiana Licypriya Kangujam, 8 anni, con Greta Thunberg, 16, in una foto pubblicata sui profili social di Kangujam scattata alla Conferenza sul clima di Madrid (2-13 dicembre). Il cartello chiede al primo ministro indiano, Narendra Modi, di approvare subito la legge sul clima
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Olga Misik, 17 anni, membro del gruppo di manifestan­ti Bessrochka, di fronte ad agenti di polizia durante una manifestaz­ione a Mosca, il 27 luglio. La ragazza ha letto davanti ai poliziotti gli articoli della Costituzio­ne (che tiene in mano) a tutela delle libertà civili e politiche. Le proteste sono nate per l’esclusione degli oppositori dalle elezioni comunali dell’8 settembre (© Alexei Abanin/Twitter via Ap)
L’immagine Olga Misik, 17 anni, membro del gruppo di manifestan­ti Bessrochka, di fronte ad agenti di polizia durante una manifestaz­ione a Mosca, il 27 luglio. La ragazza ha letto davanti ai poliziotti gli articoli della Costituzio­ne (che tiene in mano) a tutela delle libertà civili e politiche. Le proteste sono nate per l’esclusione degli oppositori dalle elezioni comunali dell’8 settembre (© Alexei Abanin/Twitter via Ap)

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