Corriere della Sera - La Lettura

Lettori, sorrisi e selfie In viaggio con Fabio Volo

«Incontrare i lettori il più vicino possibile alle loro esistenze». Ecco perché l’autore di «Una gran voglia di vivere» li aspetta in treno e nelle stazioni. Sono madri, figli, padri, figlie, adolescent­i, neonati. E c’è anche «la Lettura»

- Di GIULIA ZIINO

Alla fine dirà che chi ha capito tutto è Elena Ferrante: «Nessuno sa chi è, quindi non deve fare tour per promuovere i suoi libri». Ma Fabio Volo scherza: che sia fatto per stare in mezzo alla gente, alla sua gente, si capisce subito. Forse è questa carica inesauribi­le che lo sta sostenendo dall’uscita, a fine ottobre, del suo decimo romanzo — Una gran voglia di vivere, Mondadori, primo in classifica nella settimana di uscita e, da allora, rimasto ancorato alla top ten con 200 mila copie vendute ad oggi — impegnato com’è in un tour di circa quaranta date in tutta Italia (più due all’estero, Londra e Madrid). Con, dentro, un mini tour «viaggiante» di due giorni. Formula inedita: in treno, sei città per sei firmacopie più uno a bordo di un Frecciaros­sa in transito tra Firenze e Roma. E una presentazi­one a Modena, «fuori sacco». Una due giorni itinerante pensata perché Volo possa «raggiunger­e i lettori e incontrarl­i il più vicino possibile alle loro vite», direttamen­te alla stazione.

Sarà la carica inesauribi­le che lo tiene su o saranno le

crêpe? L’appuntamen­to per l’avvio del mini tour è a Milano Centrale, sabato 7 dicembre. Frecciaros­sa 9504 delle 10 per Torino Porta Nuova. A bordo, Volo si toglie la giacca a vento e tira fuori la schiscetta dallo zaino: « Crêpe di avena, molto proteiche». Le ha fatte ieri sera con i suoi due bimbi, racconta: «Sono dolci se usi l’avena alla nocciola o alla vaniglia. Ma puoi farle anche salate e metterci dentro quello che vuoi». Magie proteiche, un po’ new age e un po’ ricordo della panetteria paterna, a Brescia, una vita fa. Ma Torino è vicina, il tempo di una crêpe (vuota) e al telefono dalla Feltrinell­i di Porta Nuova avvertono che ci sono già un centinaio di persone in coda: alla fine saranno 130. Più di un’ora di firmacopie. Per ognuna Fabio ha in tasca un selfie, una dedica sul libro (scrittura grossa, in pennarello nero: «È per te? È un regalo di Natale?»), una battuta, un abbraccio. Il meccanismo è oliato: lo staff chiede i nomi e i libri per le dediche, prende in consegna cappotti e cellulari. Scattano loro le foto, così i lettori hanno le mani libere: autografo, posa e avanti un altro. Una catena di montaggio, ma divertente: nessun incontro è uguale all’altro.

È il popolo di Volo. Da Luisa, 61 anni, a Beatrice, due mesi, la fan più giovane nella fila torinese di stamattina. La mamma — Roberta, 31 anni — se l’è portata dietro perché la allatta. Ha un altro figlio, Edo: «Volo è uno di casa, la mattina lo ascolto alla radio mentre faccio le pulizie». I romanzi li ha letti tutt’e dieci, come quasi tutti qui. Come Roberta, 38 anni, e Marilena, che Fabio l’ha già incontrato una volta al Salone del libro, e Cristina, 49 anni, che vuole due firme, per lei e sua cognata. Debora, 38 anni, lo ha visto al Circolo dei lettori, qui a Torino, un mese fa: «Lui si dedica tanto ai fan e non devi impazzire

per riuscire a incontrarl­o di persona». Si viene in compagnia — «siamo amiche: possiamo fare la foto con un solo telefono?» — o da soli. I bambini e le donne incinte passano avanti. In tanti vogliono la dedica sulle copie che regalerann­o ad altri, a Natale, ma la maggior parte è qui per incontrare il suo autore. Giorgia e Vincenzo hanno portato i figli di tre e un anno. La fan è lei, il marito accompagna: «Ci siamo innamorati grazie a Il giorno in

più ». Era il 2007, sei romanzi fa.

I fan lo amano e Volo li ripaga. Scherza con le forzate dei firmacopie: «Ho più foto con lei che con mia mamma». A qualcuno finge di scippare la borsa durante un abbraccio. Rossella, 30 anni, è in coda da un’ora: «E tra un’ora vado a lavorare. Se ho letto tutti i libri? Certo, e tutti comprati da me, questo è l’unico regalato». C’è la mamma con il figlio adolescent­e: lui non vuole farsi la foto — «ci tiene a far sapere che la fan sono solo io» — poi finirà col farla, trascinato dall’entusiasmo di Volo che travolge tutti: fidanzati, mariti, figli piccoli, padri, colleghe. Qualcuno si fa firmare il libro sulla pagina che ha amato di più, qualcuno rifà la fila «perché la foto è venuta male». Sara, 31 anni, e Anna, 55, sono madre e figlia, unite dalla passione per la lettura: sono qui dalle 9.30, partite da Asti con il treno delle 8. Giuliana, 45, viene da Rivarolo, è la seconda volta che prova a farsi la foto con Fabio: «Al primo tentativo sono arrivata tardi ma ci riprovo oggi, per lui questo e altro».

Altro treno, altra coda. Milano: da qui è partito il tour, il 22 ottobre, giorno di uscita di Una gran voglia di vive

re. Allora era piazza Duomo, oggi è la Stazione Centrale, libreria Feltrinell­i. Marinella, 55 anni, di Treviso, è partita ieri sera per essere qui da Fabio: «Una volta vorrei preparargl­i la colazione». Ma non basta leggere i libri? Serve vederlo di persona? «È tutta un’altra storia, solo così puoi capire davvero il suo mondo». Volo è uno di famiglia, gli lasciano lettere, canzoni, un regalo di Natale, tanti «buon viaggio», «sei dimagrito», «saluta Johanna» — la sua compagna — «e i bambini». Una ragazza gli lascia una copia di Una gran voglia di vivere: « Non è la prima volta che mi ridanno un mio libro con dentro appunti o pagine sottolinea­te, per alcuni i romanzi diventano una cosa personale, come un diario».

Si riparte, destinazio­ne Bologna. In treno si scattano selfie: «Ma sei davvero tu? Sei più magro e più alto che in television­e». Alla stazione c’è il negozio del liquore Strega e parte il fuori programma: foto con romanzo e bottiglia a canna postata su Instagram, «voci di corridoio mi danno come prossimo vincitore del premio...». Il firmacopie questa volta si fa nel FrecciaLou­nge di Trenitalia, sala d’aspetto riservata. C’è un viaggiator­e in attesa, spettatore involontar­io. Volo si scusa per il trambusto e fa due chiacchier­e con lui: «Vado a Firenze a consegnare un premio di equitazion­e. Da giovane andavo bene a cavallo e li davano a me, adesso i giovani li premio io». È Mauro Checcoli, classe 1943, due ori ai Giochi olimpici di Tokyo del ’64. Il bello degli incontri alla stazione. Intanto i lettori sono in fila già da un’ora, per arrivare primi. Riparte la catena: firma, foto, saluti. Angela, 55 anni, è di Bologna: «Ho letto tutti i suoi libri, ogni volta che viene in città vengo a vederlo». Giulia arriva da Brescia, la città di Volo, è qui con il marito, è incinta: «Oggi sono 28 anni, volevo farmi un regalo di compleanno».

Per oggi il mini tour è finito ma la giornata di Volo e compagni (bodyguard, staff, fotografo) ancora no: alle 19 si parte per Modena, in auto. Prima che la due giorni itinerante prendesse forma era già in calendario un incontro all’auditorium del Forum Monzani. Capienza: mille persone. Un’ora di presentazi­one, due di firmacopie, poi si rientra a Bologna. E domani si riparte.

Volo, ci vuole un fisico bestiale? «La fatica più grande — assicura lui — è di testa, ogni persona che incontro mi racconta qualcosa, mi dice nomi, storie, devo tenere fissa l’attenzione». Palestra tre volte a settimana per il corpo, la mente si allena con l’interesse per lo sciamanesi­mo: «Ho incontrato sciamani in Messico e in Amazzonia». In libreria, nelle pause dei firmacopie, lo sguardo dello scrittore si ferma sugli scaffali che raccontano di antropolog­ia e meditazion­e.

Domenica mattina, 8 dicembre, da Bologna Centrale a Firenze. Il firmacopie è alle 11.30, alla Feltrinell­i di Santa Maria Novella. Sono in 150 in attesa. Il tempo non è molto: alle 12.43 parte il Frecciaros­sa 9419 per Roma Termini. Questa volta la formula è nuova: si firma direttamen­te a bordo treno, i libri se non li hai te li regalano Trenitalia e Mondadori. L’annuncio lo fa Volo stesso, dall’altoparlan­te: «Vi aspetto nella carrozza 4». Lui seduto davanti a una pila di copie, la gente in fila lungo i corridoi delle carrozze. C’è chi ha preso il treno perché sapeva che lo avrebbe incontrato, per gli altri è un fuori programma inatteso. Uno dei viaggiator­i in coda è una ragazza australian­a. Coincidenz­a doppia, visto che Volo ha fatto da non molto un lungo viaggio da quelle parti e un percorso molto simile è anche al centro di Una gran

voglia di vivere. Viaggio reale e viaggio della mente: «Il mio libro racconta di una coppia in crisi — spiega l’autore — e credo che la crisi assomigli a un viaggio in una terra straniera, con altre regole e posti sconosciut­i». E lui, Volo, per chi si sarebbe messo in viaggio? «Da fan, per i Rolling Stones. Ma non vuol dire che io mi senta Mick Jagger se la gente viene qui per incontrarm­i». Le ragioni di tanto affetto se l’è mai spiegate? «Io faccio tante cose ma più che il cinema e la television­e credo che siano la radio e i libri a darti questo tipo di popolarità, a renderti così vicino alle persone: lì sei tu che racconti, che entri in macchina e nelle case della gente».

Intanto il treno arriva a Roma Termini. Il firmacopie è alle 15 nella libreria Borri Books, attaccata all’ingresso della stazione che guarda piazza dei Cinquecent­o. L’ultimo treno della giornata porta a Napoli Centrale, altro bagno di folla. Per il Fabio Volo romanziere è la prima volta a Napoli tra i suoi lettori e l’attesa non tradisce. Foto, firme, abbracci. «Fabio, fammi una dedica che mi porti fortuna». A fine serata Volo deve risalire sul treno per Roma: il giorno dopo, lunedì, c’è la radio e l’ospitata a Otto e mezzo, la trasmissio­ne di Lilli Gruber su La7. Mercoledì c’è la presentazi­one del libro a Seregno, in Brianza, venerdì la tappa a Londra. Si cena con pizza nel cartone e birra nello scantinato della Feltrinell­i di Napoli Centrale. Foto su Instagram e il mini tour si chiude.

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