Corriere della Sera - La Lettura
DISOBBEDIRE AL DISOBBEDIENTE
Chi era per davvero Henry David Thoreau: un filosofo o il padre dell’ambientalismo? Un poeta o l’ispiratore di Gandhi e Martin Luther King nella disobbedienza civile? Uno scrittore o un eremita? Un insegnante o l’inventore dell’ecologia prima che esistesse la stessa parola oekologie? Nessuno lo ha detto meglio dello stesso Thoreau: «Sono maestro di scuola, ripetitore, agrimensore, giardiniere, contadino, pittore (intendo dire di case), falegname, muratore, operaio pagato alla giornata, fabbricante di matite, fabbricante di carta vetrata, scrittore, talvolta poetastro». Uomini così o si odiano o si amano.
Michael Sims se n’è innamorato: entrato in corrispondenza d’amorosi sensi con la «natura» di Thoreau, ci ha regalato un libro rigoroso e delizioso da consigliare a chi vuole conoscere il giovane, l’uomo, l’ «animale» Henry David: Il sentiero per Walden ( traduzione di Antonella Salzano, Luiss University Press, pp. 368, € 24). Il libro più famoso del grande americano è Walden ovvero Vita nei boschi. La biografia di Sims, però, concede al lettore di mettere un po’ da parte le opere di Thoreau e di «disobbedirgli» per entrare in contatto direttamente con il giovane Henry per vederlo danzare, camminare, lavorare, perdersi e, infine, per nutrire la saggia illusione di potergli rivolgere la parola e «ascoltarlo». E sentire cosa? Qualcosa di semplice e vero su noi stessi. Come questa: «Gli uomini sono diventati strumenti dei loro strumenti».