Corriere della Sera - La Lettura

C’è uno Stato che reprime i golpisti Sfida di diritto, Catania batte Parma

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Tre studentess­e del dipartimen­to di Giurisprud­enza dell’Università di Catania — Fabiola Cannizzaro, Giulia Oliva e Alessia Sgroi — hanno vinto il XVII premio Giuseppe Sperduti della Società italiana per l’organizzaz­ione internazio­nale (Sioi). Consegna: simulare il funzioname­nto della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (ai vincitori mille euro e un tirocinio alla stessa Corte) con la stesura di una memoria difensiva, o in qualità di rappresent­ante dello Stato o del ricorrente, dinanzi a un collegio giudicante. La traccia: Detenzione arbitraria e repression­e della libertà di espression­e in stato d’emergenza: il caso Fulkàrya. Su 20 atenei scelti, le studentess­e sono andate in finale con l’Università di Parma. Racconta la tutor e dottore di ricerca a Catania in Diritto internazio­nale e dell’Ue, Maria Pappalardo: «La nostra squadra aveva il ruolo di difendere lo Stato ipotetico di Fulkàrya».

Secondo la traccia, lo Stato sventa un golpe e reprime i presunti responsabi­li, tra cui un giornalist­a e noto scrittore, sottoposto a un lungo periodo di custodia cautelare per aver fiancheggi­ato un gruppo terroristi­co. «È stata una difesa complicata — aggiunge Pappalardo — perché gli avvocati dello scrittore, cioè gli studenti di Parma, hanno contestato allo Stato violazioni importanti dei diritti umani, che la Corte tutela». «Hanno vinto squadra — dice Fabiola Cannizzaro, 24 anni, portavoce del team — e coesione. Una preziosa esperienza. Punti di forza? Sicurezza, qualità oratorie». «Sono stati lo studio, la padronanza della difesa a farle vincere. Sono orgogliosa, per loro una occasione per il futuro», dice Pappalardo.

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