Corriere della Sera - La Lettura
Interno di famiglia con segreti e tante colpe
«Nel corpo di noi esseri u ma n i c i s o n o d a quattro a sei litri di sangue. Sufficienti a ricoprire il pavimento di una stanza di diciannove metri quadrati. So quanto misura la stanza perché ho aiutato Sara ad arredarla. Diciannove metri ricoperti di sangue. Neppure un centimetro sfuggito al liquido rosso». Secondo capoverso, scena del delitto. E che scena. Un’opera d’arte pulp, ispirata a immagini d’arte vera. In pratica l’essenza di Bellezza rossa, il nuovo libro di Arantza Portabales: il fascino dell’orrore, l’esplorazione del lato oscuro dell’umanità, a partire da quella meno sospettabile. E poi, come sottolinea la scrittrice galiziana, «l’orrore non conosce classi sociali: riproduce lo stesso spettacolo spaventoso in qualsiasi ambiente».
Il contesto in cui avviene il sanguinoso delitto è una lussuosa residenza dell’alta borghesia di Santiago de Compostela, dove la quindicenne Xiana viene trovata con la gola tagliata nella sua camera da letto. In quel momento sono all’interno della casa soltanto sei persone: i genitori della ragazza, Teo e Sara, la sorella gemella di Sara, che si chiama Lìa ed è artista, la vecchia zia Amalia e due amici di famiglia, Fernando e Inés. Tutti riuniti in sala da pranzo per una classica cena dell’alta società. Nessun segno d’effrazione autorizza a sospettare che qualcun altro sia riuscito a introdursi nella villa. Il colpevole, dunque, è tra le sei persone sedute a tavola. E ai due investigatori, il commissario Santi Abad e la sua assistente Ana Barroso, tocca il compito di scandagliare il lato oscuro di ciascuno dei sospettati per arrivare alla verità. Chi è stato? E perché? Che cosa può spingere a un omicidio simile?
Arantza Portabales, che la critica spagnola indica come nuovo punto di riferimento della novela negra, ritorna in Italia con un libro del tutto diverso dal prece