Corriere della Sera - La Lettura
Costruisco barche di carta e approdo su isole di carta
Da sempre ho a che fare con le barche. La mia era una famiglia di pescatori. Mio nonno sapeva manovrare la barca da poppa, frullando i remi indietro mentre l’equipaggio gettava la rete, facendo in modo che i galleggianti del tremaglio tracciassero sullo specchio dell’acqua una circonferenza perfetta. Quando s’usava questo tipo di pesca era come se nel lago di Como si praticasse una cucitura ad anello, di dimensioni gigantesche. Nel linguaggio dei pescatori, questa pratica di lavoro era chiamata
tracc («traccia», con la c dolce). Ogni volta che alla Fonderia Battaglia piego il foglio de «la Lettura» per farne una barchetta di carta e trasformarla in bronzo, mi viene in mente questo disegno perfetto, inciso sull’acqua come quando a scuola ti raccontano della o di Giotto. Il giornale porta sulla superficie della carta parole che a loro volta navigano in una rotondità di significati e s’insinuano in un’infinità di metafore sulle traversate per mare, sugli approdi e sugli sbarchi. Anche Cristoforo Colombo quando approdò all’Isola di Redonda si trovò dinanzi a un elemento circolare: quella terra era niente più che un inutile sasso rotondo piantato nel Mare delle Antille. Appena scoperto l’abbandonò. Forse temeva di perdere tempo e sapeva che su quello scoglio avrebbero potuto viverci soltanto persone fantasiose e ricche d’immaginazione che, senza essere navigatori e senza possedere un vero luogo fisico dove abitare, avrebbero potuto ambire anche ad avere un monarca fittizio con tanto di corte reale che inventasse regole di carta per un regno fantasma. L’attuale re invece esiste davvero, e ha pure concesso titoli nobiliari a persone come Pedro Almodóvar (duca di Trémula), Francis Ford Coppola (duca di Megalopolis), Alice Munro (duchessa dell’Ontario) e a italiani come Pietro Citati (duca de Remostranza), Umberto Eco (duca dell’isola del giorno prima) e Claudio Magris (duca de Segunda Mano). Qualche mese fa lo stesso sovrano dell’isola, Sua Altezza Javier Marías, ha ricevuto la barchetta che aveva già ricevuto Magris e che adesso va a Sandro Veronesi. È da quell’evento che due mie piccole barche sono ormeggiate a Redonda Porto.