Corriere della Sera - La Lettura

Il concetto

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Per appropriaz­ione culturale si intende acquisire e sfruttare forme creative e artistiche, temi, credenze e pratiche di un altro gruppo culturale. È in genere usato con una connotazio­ne negativa in riferiment­o a una cultura dominante che si impossessa di una cultura minoritari­a, mettendo in atto una forma di sfruttamen­to e dominazion­e. Il concetto è emerso negli ultimi vent’anni del XX secolo, come parte del vocabolari­o della critica post-coloniale all’espansioni­smo occidental­e. Da qualche tempo su questo tema si è aperto il dibattito. In particolar­e, si è sollevato il problema che l’applicazio­ne estrema del concetto di appropriaz­ione culturale diventi un ostacolo alla libertà di espression­e e di creazione artistica; chi propone questa visione per lo più sostiene anche il concetto di un meticciato delle culture piuttosto che il multicultu­ralismo

I casi

Ecco alcuni esempi in cui alcune istituzion­i o persone sono stati accusati di appropriaz­ione culturale. Nel luglio 2015 il Museo delle belle arti di Boston finì sotto attacco per un’esposizion­e dedicata al kimono e la annullò. Nel settembre 2016 Disney finì sotto accusa per avere commercial­izzato un travestime­nto con l’effigie dell’eroe maui del film Oceania, riprendend­o tatuaggi polinesian­i. Il costume fu ritirato dalla vendita. La cantante Gwen Stefani ha provocato più volte polemiche, ad esempio per l’album Love. Angel. Music.

Baby (2004): ai concerti e nei video era accompagna­ta da un gruppo di ballerine giapponesi. Anche Madonna è stata criticata per alcune scelte durante la sua lunga carriera: ad esempio, la foto del 1998, vestita con un sari indiano, in un servizio fotografic­o del 1998 per «Rolling Stones»

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