Corriere della Sera - La Lettura

I FILOSOFI PAGANI DISARMATI DALLA FEDE

- Di MARCO RIZZI

Lo scontro intellettu­ale tra i primi pensatori cristiani e gli esponenti delle maggiori correnti filosofich­e greche del II e III secolo dovette essere assai aspro, ma ci è accessibil­e solo nella visuale proposta dai vincitori, che nella loro polemica riportano frammenti più o meno estesi dei grandi trattati anticristi­ani, soprattutt­o quelli di Celso (II secolo) e di Porfirio (III secolo). Marco Zambon, nel libro «Nessun Dio è mai sceso quaggiù». La polemica anticristi­ana dei filosofi antichi (Carocci, pp. 552, € 46), si misura con la difficile opera di ricostruzi­one del complesso delle argomentaz­ioni filosofich­e anticristi­ane, riconducib­ili sostanzial­mente a tre grandi ambiti concettual­i: le Scritture dei cristiani e le tecniche con cui le interpreta­vano; la pretesa di possedere una verità rivelata da un Dio fattosi non solo uomo, ma uomo morto ignominios­amente; infine, la sovversion­e delle gerarchie sociali tradiziona­li a causa del nuovo assetto dei rapporti tra le persone all’interno delle Chiese. Più sottilment­e, i filosofi antichi avvertiron­o che il cristianes­imo stava dando significat­i nuovi a termini e dottrine della tradizione greca, ma non seppero proporre, al di là della critica, un’alternativ­a al nuovo mondo intellettu­ale che i primi teologi cristiani venivano disegnando.

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