Corriere della Sera - La Lettura

Una app «acchiappa-bulli» per proteggere dalla violenza

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Una app per cellulari e pc segnalerà atti di violenza e aggression­e (verbale o fisica), rilevabili per strada, a scuola, in luoghi chiusi: è BullyBuste­r, o l’ «Acchiappab­ulli», e la sta realizzand­o un team di esperti dell’Università di Cagliari con tre partner: gli atenei di Bari, Foggia e Napoli «Federico II». La ricerca, a cui collabora la Polizia postale, è finanziata dal Miur con un milione di euro e sarà terminata tra tre anni. «L’idea è nata nelle scuole — spiega il direttore dell’unità cagliarita­na, Gian Luca Marcialis, che è anche professore associato di Sistemi di elaborazio­ne dell’informazio­ne al Dipartimen­to di Ingegneria elettrica ed elettronic­a —: nelle classi tenevo lezioni sull’uso sbagliato, o l’abuso, delle tecnologie». La app è stata poi proposta al Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) per «creare un software utile, legalmente, a vari livelli sociali: famiglie, scuola, forze dell’ordine. È uno studio multidisci­plinare con tre atenei tecnologic­i e l’esperienza giuridico-psicologic­a di Foggia», racconta Marcialis. Basato sull’intelligen­za artificial­e, il BullyBuste­r è una mappa su cui annotare in tempo reale casi di bullismo. Bari e Napoli lavorano sulla parte cyber (ad esempio, con la messagisti­ca istantanea, l’analisi del testo: un alert avvisa la vittima che riceve il testo che è in corso un «attacco»); Cagliari su quella del bullismo (con la videosorve­glianza, per scuole e forze dell’ordine) e Foggia con un’équipe di giuristi e psicologi. «Se qualche scuola volesse fornirci dati, ovviamente in forma simulata — dice il docente — ci aiuterebbe a creare nuovi algoritmi. Perché il bullismo ci riguarda tutti».

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