Corriere della Sera - La Lettura
In un’antica basilica etiopica tracce cristiane e rituali pagani
L’antico regno di Axum, potente civiltà sviluppatasi in Etiopia per più di mille anni intorno all’omonima capitale, partner commerciale di Roma e scalo delle rotte per l’India dall’80 a.C. all’825 d.C., è tuttora poco conosciuto. In passato l’attenzione si è focalizzata intorno ad Axum, alle tombe regali (l’obelisco di Axum, una stele funeraria portata in Italia nel 1937, fu restituito all’Etiopia nel 2008) o sulla chiesa di Nostra Signora Maria di Sion, dove si credeva fosse nascosta la leggendaria Arca dell’Alleanza. Pochi giorni fa, Michael Harrower della Johns Hopkins University di Baltimora ha annunciato il ritrovamento di una basilica cristiana del IV secolo d.C. nella città sepolta di Beta Samati, in lingua tigrina «Casa dell’Udienza», un importante centro tra Axum e il Mar Rosso, abitato continuativamente dal 750 a.C. al 650 d.C. La basilica, a differenza di quelle trovate in precedenza, è ricca di materiali, tra cui monete, iscrizioni, figurine di terracotta, anfore per conservare il vino e l’olio, a prova dell’esistenza di una rete di commerci anche a lunga distanza. I ritrovamenti di Beta Samati confermano che il regno si convertì al cristianesimo nel IV secolo per ordine del re Ezana. Un pendente, forse appartenuto a un’autorità locale, reca incise una croce e la parola «venerabile», mentre un anello dorato dal design romano è impreziosito da una corniola con scolpiti i motivi axumiti della vite e del toro. Nella basilica sono state rinvenute tracce di vita laica e finanziaria (gettoni e sigilli) e rituali pagani (figurine e bucrani) accanto a simboli paleocristiani (incenso, croci) a testimoniarne la complessità e l’intreccio di tradizioni.