Corriere della Sera - La Lettura
«Prima gli italiani» Acquisti sovranisti
Alla fine sono stati Gianrico Carofiglio e la casa editrice Einaudi con il romanzo La misura del tempo, che segna il ritorno dell’avvocato Guerrieri, personaggio di riferimento (frontman e testimonial) dello scrittore, a vincere il torneo di Natale, da sempre decisivo nella stagione editoriale in ragione di copie vendute. Dopo la morte di Andrea Camilleri, dominatore da decenni della scena letteraria italiana, sembrerebbe proprio lo scrittore barese (ex magistrato, particolare forse da prendere in considerazione nell’analisi del fenomeno), il nuovo scrittore nazionale in termini di popolarità, il nuovo (a modo suo) Camilleri. La Top 20 natalizia presenta alcune interessanti differenze con la Top 20 della restante parte dell’anno (pubblicata nel numero scorso de «la Lettura»). Nella classifica delle feste ci sono per esempio un pochino di più autori stranieri (Isabel Allende, il sempre adorabile Jeff Kinney, John Grisham), mentre nella classifica precedente c’erano soltanto Allende e Anna Todd. Per il resto la regola vigente nell’acquisto dei libri si può riassumere nel famigerato slogan: «Prima gli italiani». Siamo diventati, editorialmente parlando, autarchici. Fino a non molto tempo fa non era così, anzi l’accusa di esterofilia era ricorrente nei confronti degli acquirenti di libri. Siamo diventati più patriottici. È un male o un bene? Anche questo è un effetto del sovranismo diffuso? Per Natale sono stati acquistati in maniera schiacciante romanzi e affini. Le eccezioni sono Bruno Vespa, Benedetta Rossi, Massimo Gramellini, Nadia Toffa e Mario Calabresi. E siccome i libri acquistati a Natale sono in maniera preponderante i libri che si regalano, mentre quelli comprati nel resto dell’anno sono i libri che si comprano per sé, verrebbe il sospetto che secondo molti italiani fa più «fino» regalare saggistica. Concludo con una riflessione malinconica: gli italiani per Natale hanno già dimenticato Camilleri?