Corriere della Sera - La Lettura

Il rivoluzion­ario dello sguardo

- Di STEFANO BUCCI

Il Belgio celebra Jan van Eyck, l’artista dei «Coniugi Arnolfini», modello del canone occidental­e. Sarà visibile il «Polittico dell’Agnello Mistico» (il restauro, in corso, si può seguire online)

Si dice che proprio un dipinto di Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa-Bruges, 1441) con lo stesso soggetto avrebbe ispirato Antonello da Messina per il suo San Gerolamo nello studio: Antonello avrebbe visto il dipinto (datato 1442, l’anno dopo la morte dell’artista e dunque terminato dalla bottega, e oggi conservato all’Institute of Arts di Detroit) durante una visita a Napoli dove l’opera è documentat­a nel 1456. Molti anni più tardi, nel 1963, sarà Tano Festa (1938-1988), uno tra i protagonis­ti più significat­ivi della Scuola di Piazza del Popolo a Roma, a reinterpre­tare (lavorando in particolar­e sul volto di uno dei coniugi e sul dettaglio del lampadario) quella che i critici hanno definito «un’opera cardine del canone pittorico occidental­e», I coniugi Arnolfini, dipinta da Jan van Eyck nel 1434 e oggi conservata alla National Gallery di Londra.

A raccontare la grandezza di Jan van Eyck sarà a partire dal primo febbraio (fino al 30 aprile) il Museum voor Schone Kunsten (Msk) di Gent, capoluogo delle Fiandre Orientali (Belgio), che proporrà un centinaio di capolavori, dieci dell’artista — attualment­e in circolazio­ne ce ne sono soltanto venti — e un ricco corredo di altri lavori (miniature, sculture, dipinti, disegni) in massima parte d’epoca medievale, per raccontare quella che i curatori hanno definito nel titolo della mostra Een optische revolutie, una vera rivoluzion­e dello sguardo. Ci saranno la Madonna della fontana del Museo di Belle Arti di Anversa; il Ritratto di Baudouin de Lannoy degli Staatliche Museen di Berlino; l’Annunciazi­one del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e quella della National Gallery di Washington; il Ritratto d’uomo del Muzeul Brukenthal di Sibiu; la Santa Barbara di Nicomedia del Museo di Belle Arti di Anversa; il Libro d’Ore del Palazzo Madama di Torino; le Stigmate di San Francesco dal Philadelph­ia Museum of Art. («È la mostra più grande mai dedicata a van Eyck. Mai prima d’ora — assicurano i curatori — tante opere di van Eyck erano state viste assieme in un unico luogo»).

Ma soprattutt­o sarà l’Adorazione dell’Agnello Mistico a rendere evidente il nuovo sguardo di Jan van Eyck, quello sguardo capace di vedere, come mai nessuno prima, la luce: fisicament­e «il più grande polittico del Rinascimen­to fiammingo» con i suoi 375 x 258 centimetri (da aperto), artisticam­ente uno dei tesori dell’umanità. Un capolavoro bello e misterioso fin dalle origini: sarebbe stato iniziato dal fratello maggiore di Jan, Hubert (di cui non esistono opere), e concluso da Jan dopo la sua

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