Corriere della Sera - La Lettura
Il rivoluzionario dello sguardo
Il Belgio celebra Jan van Eyck, l’artista dei «Coniugi Arnolfini», modello del canone occidentale. Sarà visibile il «Polittico dell’Agnello Mistico» (il restauro, in corso, si può seguire online)
Si dice che proprio un dipinto di Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa-Bruges, 1441) con lo stesso soggetto avrebbe ispirato Antonello da Messina per il suo San Gerolamo nello studio: Antonello avrebbe visto il dipinto (datato 1442, l’anno dopo la morte dell’artista e dunque terminato dalla bottega, e oggi conservato all’Institute of Arts di Detroit) durante una visita a Napoli dove l’opera è documentata nel 1456. Molti anni più tardi, nel 1963, sarà Tano Festa (1938-1988), uno tra i protagonisti più significativi della Scuola di Piazza del Popolo a Roma, a reinterpretare (lavorando in particolare sul volto di uno dei coniugi e sul dettaglio del lampadario) quella che i critici hanno definito «un’opera cardine del canone pittorico occidentale», I coniugi Arnolfini, dipinta da Jan van Eyck nel 1434 e oggi conservata alla National Gallery di Londra.
A raccontare la grandezza di Jan van Eyck sarà a partire dal primo febbraio (fino al 30 aprile) il Museum voor Schone Kunsten (Msk) di Gent, capoluogo delle Fiandre Orientali (Belgio), che proporrà un centinaio di capolavori, dieci dell’artista — attualmente in circolazione ce ne sono soltanto venti — e un ricco corredo di altri lavori (miniature, sculture, dipinti, disegni) in massima parte d’epoca medievale, per raccontare quella che i curatori hanno definito nel titolo della mostra Een optische revolutie, una vera rivoluzione dello sguardo. Ci saranno la Madonna della fontana del Museo di Belle Arti di Anversa; il Ritratto di Baudouin de Lannoy degli Staatliche Museen di Berlino; l’Annunciazione del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e quella della National Gallery di Washington; il Ritratto d’uomo del Muzeul Brukenthal di Sibiu; la Santa Barbara di Nicomedia del Museo di Belle Arti di Anversa; il Libro d’Ore del Palazzo Madama di Torino; le Stigmate di San Francesco dal Philadelphia Museum of Art. («È la mostra più grande mai dedicata a van Eyck. Mai prima d’ora — assicurano i curatori — tante opere di van Eyck erano state viste assieme in un unico luogo»).
Ma soprattutto sarà l’Adorazione dell’Agnello Mistico a rendere evidente il nuovo sguardo di Jan van Eyck, quello sguardo capace di vedere, come mai nessuno prima, la luce: fisicamente «il più grande polittico del Rinascimento fiammingo» con i suoi 375 x 258 centimetri (da aperto), artisticamente uno dei tesori dell’umanità. Un capolavoro bello e misterioso fin dalle origini: sarebbe stato iniziato dal fratello maggiore di Jan, Hubert (di cui non esistono opere), e concluso da Jan dopo la sua