Corriere della Sera - La Lettura
Il lascito del gallerista triste è un trionfo di cinquanta capolavori
«La mia famiglia è ora estinta. Lascio dunque la mia collezione: l’opera di tutta una vita troverà significato». Nel 1963 Justin Thannhauser firma la donazione alla Solomon R. Guggenheim Foundation di New York. Cresciuto nella grande borghesia ebrea bavarese, piangeva i figli Heinz e Michel, l’uno trucidato in guerra e l’altro suicida, e la prima moglie Käthe. Seguendo le orme del padre Heinrich, industriale reinventatosi gallerista, Justin aveva promosso artisti e raccolto capolavori. Al Guggenheim dona decine di pezzi di maestri impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie, tra cui Cézanne, Renoir, Monet (sopra: Henri Rousseau, I giocatori di football, Les joueurs de football, 1908). A Palazzo Reale (palazzorealemilano.it), fino al primo marzo, cinquanta capolavori giungono per una rara trasferta con Guggenheim. La collezione Thannhauser, da van Gogh a Picasso. Fra le sale (anche) la meraviglia per un mecenatismo che ha lasciato il segno. (anna gandolfi)