Corriere della Sera - La Lettura
La Città eterna fa dialogare il letterato-pittore e la fotografa
Assai più conosciuto come letterato che come artista, Diego Angeli (1869-1937) — a cavallo tra Otto e Novecento uno dei protagonisti della Roma dannunziana, critico d’arte, frequentatore di caffè e salotti aristocratici, elzevirista, ritrattista mondano — fu anche pittore. E per la prima volta il Museo di Roma in Trastevere (fino al 23 febbraio, museodiromaintrastevere.it) mette in mostra una serie di 76 sue vedute nell’esposizione Taccuini romani, dipinti a olio formato cartolina — su carta, cartone, legno — affiancati alle polaroid di una fotografa contemporanea, Simona Filippini (1966). In comune, il soggetto: la Città eterna. Scorci paesaggistici e antimonumentali per Angeli (sopra: Villa Borghese, 1892), vicini al gusto en plein air di quei Macchiaioli di cui fu tra i primi estimatori. E la quotidianità di certi dettagli — una sedia vuota tra le colonne di uno storico palazzo, le insegne di un bar di periferia — per Filippini. Opere distanti per cronologia e stile, ma accomunate dalla diretta osservazione di una «Roma veduta» come fonte inesauribile di ispirazione. ( edoardo sassi)