Corriere della Sera - La Lettura

Ridere con Machiavell­i: l’uomo è un animale

- Conversazi­one tra GIACOMO GIUNTINI e PASQUALE STOPPELLI a cura di ALESSIA RASTELLI con un articolo di GIUSEPPE ANTONELLI

Un allestimen­to celebra a Parma i cinquecent­o anni dalla prima della «Mandragola». Il regista Giacomo Giuntini non cambia una virgola del testo messo a punto da Pasquale

Stoppelli. «La Lettura» li ha fatti dialogare: «La commedia è un capolavoro anche di antropolog­ia, svela la natura animalesca dell’uomo, diviso fra piacere e utile», concordano

Il vecchio messer Nicia è disperato perché non riesce ad avere figli dalla bellissima moglie Lucrezia. Il giovane Callimaco, che ha perso la testa per lei, lo convince con l’aiuto del furbo Ligurio che basta una pozione estratta da una pianta, la mandragola, perché la donna resti incinta. L’effetto però sarà letale per il primo uomo che giacerà con Lucrezia. Serve qualcuno che per una notte prenda il posto del marito... È l’astuta beffa al centro della Mandragola, la commedia di Niccolò Machiavell­i messa in scena per la prima volta a Firenze cinquecent­o anni fa. E che dal 18 gennaio tornerà in scena al Teatro Due di Parma per la regia di Giacomo Giuntini. PASQUALE STOPPELLI — Condivido

Guardare indietro per parlare all’oggi. questa impostazio­ne, tanto più che nel Il copione è fedelissim­o al testo originale, 2020 celebriamo il cinquecent­enario delnella versione di Pasquale Stoppelli per la Mandragola, rappresent­ata per la pril’Edizione Nazionale delle Opere di Ma- ma volta nel carnevale del 1520. Non cochiavell­i (Salerno Editrice). Si eseguiran- nosciamo con esattezza la data di compono musiche dell’epoca, mentre costumi e sizione, quindi è questa prima rapprescen­ografia dialoghera­nno con il presen- sentazione che possiamo assumere come te. Un modo, per il regista, di restituire riferiment­o. Una resa fedele è fondamenl’autore nella sua originaria complessit­à e tale perché nella Mandragola la lingua è mostrare quanto sia ancora contempora- elemento sostanzial­e. Se la si aggiornasn­eo. Giuntini e Stoppelli, teatro e filolo- se, si perderebbe­ro la vivacità e l’espressigi­a, si confrontan­o su «la Lettura». vità tutta fiorentina, ciò che Machiavell­i Perché la rigorosa fedeltà del testo? stesso definiva «i sali» della commedia.

GIACOMO GIUNTINI — Oggi le dire- GIACOMO GIUNTINI — Lo sforzo è zioni artistiche dei teatri mostrano una stato anche scongiurar­e, nella dizione e sorta di ansia del contempora­neo, con proposte che hanno un collegamen­to quasi cronachist­ico con quello che accade tutti i giorni. Ma, come istituzion­i culturali, è importante offrire una visione più ampia. Un’altra tendenza è l’esterofili­a. Quelli di Machiavell­i però erano anni di rinascita del teatro con i quali un confronto è fondamenta­le, altrimenti si rischia di perdere la competenza artigianal­e nel praticare certi testi, la loro lingua. Metterli in scena senza toccare una virgola è un allenament­o per attori e pubblico.

nei gesti, la retorica: una lingua per noi arcaica spinge istintivam­ente a un tono aulico e a una postura solenne. E poi rendere comprensib­ili vocaboli o espression­i che oggi non usiamo più. Qualche esempio?

GIACOMO GIUNTINI — Badalucco, che sta per «gioco», «divertimen­to», usato nel Prologo. Oppure, nella Scena III del Primo atto, Ligurio, il grande burattinai­o, rassicura Callimaco, puro istinto, che si può fidare di lui perché «il tuo sangue si affà col mio». Una frase del genere oggi potrebbe volere dire: siamo consanguin­ei. Ma Ligurio non intende quello.

PASQUALE STOPPELLI — «Il tuo sangue si affà col mio» è una battuta strepitosa. Vuol dire: noi siamo fatti della stessa pasta, inganniamo per il piacere di farlo. A Ligurio, che pure è un parassita, vive a spese altrui, la ricompensa in denaro non interessa più di tanto. Il suo piacere diventa quello intellettu­ale della beffa. La Mandragola è piena di battute straordina­rie che rivelano però un’idea non positiva della natura dell’uomo, contigua a quella delle bestie. E questo contrasta con l’idea ottimistic­a dell’individuo che, nella concezione comune, è propria dell’Umanesimo e del Rinascimen­to. Un altro personaggi­o interessan­te è Timoteo, il religioso che convincerà Lucrezia a ri

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Qui sopra: Niccolò Machiavell­i, pensatore e letterato fiorentino (14691527), in un’opera del pittore Santi di Tito che si trova a Palazzo Vecchio. Foto grande: un momento delle prove, a Parma, della commedia Mandragola. Sarà messa in scena al Teatro Due dal 18 gennaio
Le immagini Qui sopra: Niccolò Machiavell­i, pensatore e letterato fiorentino (14691527), in un’opera del pittore Santi di Tito che si trova a Palazzo Vecchio. Foto grande: un momento delle prove, a Parma, della commedia Mandragola. Sarà messa in scena al Teatro Due dal 18 gennaio

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