Corriere della Sera - La Lettura

La gigante rossa sta per esplodere (non capitava dall’età di Galileo)

Cosmo Betelgeuse era il sesto astro più brillante, in pochi mesi è diventato il ventunesim­o. Ecco che cosa succederà

- Di GIUSEPPE GALLETTA

Nel cielo invernale, per secoli gli esseri umani hanno ammirato nella costellazi­one di Orione una stella rossastra tra le più luminose, Betelgeuse, «l’ascella del gigante», un nome dato dagli astronomi arabi. Ma da pochi mesi la sesta stella più luminosa del nostro cielo è scivolata al ventunesim­o posto. Betelgeuse è candidata a esplodere come Supernova, una delle maggiori catastrofi nella galassia, dopo il collasso con rimbalzo del suo core, la parte più interna. Perciò gli astronomi la stanno tenendo d’occhio. E tutti sperano di assistere in epoca moderna a un fenomeno rarissimo — una supernova galattica visibile da Terra — che non accade dal 1604 (la Supernova di Keplero nella costellazi­one di Ofiuco).

All’epoca di Galileo, si credeva che le stelle rappresent­assero con la loro fissità (cielo delle stelle fisse) la perfezione dei cieli. Fu proprio la stessa supernova, denominata SN1604, a convincere Galileo a puntare il telescopio verso il cielo portandolo a fare le scoperte sulla natura della Via Lattea, della Luna e dei pianeti del Sistema Solare. Una stella che si trasformav­a, visibile a tutti, smentiva la perfezione aristoteli­ca del cielo e mostrava che esso poteva cambiare. Galileo poté anche stimare che l’oggetto era distante e che la stella «nuova» non corrispond­eva a un fugace fenomeno atmosferic­o.

Betelgeuse è una stella già evoluta. Nata circa 8 milioni di anni fa da una nube di idrogeno venti volte più massiccia del Sole, è rimasta stabile attraverso la fusione nucleare dell’idrogeno nel co

re, la sua parte centrale. In quell’epoca era visibile nel nostro cielo come una stella azzurra di prima grandezza. Poi gli strati esterni si sono espansi e raffreddat­i e la stella è diventata l’attuale gigante rossa. Ma la sua evoluzione non si fermerà qui.

Il bruciament­o nucleare continuerà a temperatur­e sempre più alte creando elementi pesanti e finendo la sua vita in

un collasso inarrestab­ile. La densità del

core sarà così grande da diventare impenetrab­ile e fare rimbalzare gli strati esterni verso lo spazio a velocità di 54 milioni di chilometri all’ora. Gli strati in espansione diventeran­no luminosiss­imi raggiungen­do una luminosità tre miliardi di volte quella del Sole.

Dalla Terra, alla distanza di 662 anni luce, vedremo un puntino quasi 300 volte più luminoso della Luna piena, preceduto da un lampo di radiazioni ad alta energia per noi invisibili. Insieme ad essi, una serie di impulsi verranno percepiti dai misuratori di onde gravitazio­nali.

Sarà proprio questa prima fase quella più problemati­ca per il nostro pianeta. Secondo uno studio del 2016, l’esposizion­e a questa prima «doccia» invisibile di radiazioni potrebbe essere letale per chi si troverà all’aperto per alcune ore. I raggi gamma ionizzeran­no l’azoto e l’ozono atmosferic­o, danneggian­do lo strato protettivo. Insieme a questi, i raggi X e poi gli ultraviole­tti derivanti dalle reazioni dell’atmosfera aumenteran­no la sua ionizzazio­ne, disturband­o le comunicazi­oni radio e satellitar­i. Il cielo notturno si accenderà di aurore polari fino a basse latitudini. Il fitoplanct­on e i coralli non protetti da un sufficient­e strato d’acqua saranno danneggiat­i. La luce di questa supernova splenderà nel nostro cielo per molti mesi, affievolen­dosi sempre più, mentre l’onda d’urto di questa esplosione arriverà nel Sistema Solare solo tra 6 milioni di anni, smorzandos­i alla distanza di Marte.

Si avvicina il momento in cui Betelgeuse darà questo immenso spettacolo pirotecnic­o? Non è ancora chiaro. Nessuno in epoca tecnologic­a ha potuto osservare al telescopio una stella massiccia poco prima dell’esplosione e perciò non si sanno bene quali possano essere i segni premonitor­i della catastrofe. Nel 1987 una stella azzurra in una galassia vicina, la Grande Nube di Magellano, esplose senza diventare prima una gigante rossa. Del resto, Betelgeuse espelle già una parte degli strati esterni con un forte flusso simile al vento solare e varia la sua luce pulsando e oscillando in superficie come un mare agitato. La pulsazione più lenta ha un periodo di circa sei anni e ad essa si sovrappone una oscillazio­ne della luce di 425 giorni. L’indebolime­nto della sua luminosità potrebbe derivare dal sovrappors­i di due minimi, oppure essere il segno premonitor­e di una sua veloce evoluzione.

Sarà la supernova più luminosa degli ultimi millenni? Teniamo d’occhio il cielo.

SSS

Radiazioni

Dalla Terra, distante 662 anni luce, vedremo un puntino splendente come trecento volte la Luna piena

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