Corriere della Sera - La Lettura

Guccini raccoglie la camomilla perduta

Il cantautore compone da casa un dizionario del tempo antico

- Di CHIARA FENOGLIO

Nei luoghi che fornirono nel XV secolo lo scenario per le novelle di Giovanni degli Arienti e poco lontano dalla statale Porretana, sorge in mezzo ai boschi dell’Appennino tosco-emiliano un antico mulino: è la casa di Francesco Guccini, «sul confine della sera oscura e silenziosa» — come il cantautore scriveva in una delle sue ballate più famose, Radici. Quel confine è, nel dialetto di Pàvana, tralummesc­uro: il momento del giorno in cui la luce cede al buio e gli orli del mondo si fanno meno distinti. Protagonis­ta del nuovo libro di Guccini è proprio Pàvana, al centro di una singolare narrazione che è insieme romanzo, canto d’addio, rievocazio­ne del perduto e ricerca etnolingui­stica.

Abolito ogni personaggi­o tradiziona­le, sono i luoghi stessi, gli oggetti, i cibi, gli elementi naturali e quelli antropici ad acquisire il ruolo di personae: ma la scomparsa progressiv­a della comunità che li rendeva vivi, nominandol­i, fa sì che i loro stessi nomi siano sul punto di dissolvers­i, come il mondo che li aveva prodotti. Facendo sua la prescrizio­ne della nona elegia duinese di Rilke, Guccini li rinomina uno a uno, e così ci consegna un raro e prezioso dizionario delle cose perdute, tutto teso a portare in salvo — insieme alle parole del dialetto pavanese — la memoria stessa di cose e tempi destinati tra poco al non esser più.

Predominan­o certamente i toni della malinconia, ma in assenza di colori sbiaditi dal rimpianto emergono piuttosto quelli nitidi di un «diorama della memoria» la cui forza è accresciut­a dall’impiego della seconda persona singolare con cui l’autore interloqui­sce come in un dialogo immaginari­o con il sé stesso di un tempo, o con ciascuno di noi.

Anche le pagine più nostalgich­e sono sottoposte al filtro della consapevol­ezza e dell’ironia: il rito estivo della raccolta e dell’essicazion­e della camomilla, utilizzata come medicament­o in un tempo in cui antibiotic­i e vaccini erano di là da venire, è sì occasione per la rievocazio­ne del prato dietro al mulino, dove il «biancheggi­are di fiorellini profumati ricopriva il suolo come una nevicata»; ma è anche coscienza che oggi «mancano le nonne operose» dedite alla raccolta, delegata ormai al «signor Bonomelli».

Il confine su cui sorge la casa di Guccini a Pàvana è un limite temporale in prossimità del

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy