Corriere della Sera - La Lettura

Vero è il Celebrazio­ni nel mondo

Realista visionario

- Di CECILIA BRESSANELL­I

unico vero realista è il visionario». Il 29 marzo 1993, sul palco del Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles, Sophia Loren e Marcello Mastroiann­i annunciano il vincitore dell’Oscar alla carriera. L’ingresso di Federico Fellini è preceduto dalle sue parole, che appaiono bianche sul grande schermo a riassumere tutta la carriera del regista nato a Rimini il 20 gennaio 1920: cent’anni fa.

In quel 1993 Hollywood celebrava il genio di Fellini (che sarebbe morto a Roma il 31 ottobre) e i suoi film, che tra sogno e realtà avevano scritto un capitolo fondamenta­le della storia del cinema: 24 titoli, compresi quelli a quattro mani ( Luci del varietà con Lattuada), gli episodi, i documentar­i tv (nel grafico qui accanto con i premi vinti, per gli Oscar anche le nomination). Fellini era già stato candidato a 12 Oscar, 8 per la sceneggiat­ura (due per film non suoi: Roma città aperta e Paisà di Rossellini), 4 per la regia. E La strada nel 1957, Le notti di Cabiria nel 1958, 8½ nel 1964 e Amarcord nel 1975 erano stati eletti miglior film straniero.

Per il centenario dalla nascita abbondano le celebrazio­ni, che in Italia, e non solo, portano il cappello di Fellini 100, il programma promosso dal Mibact (fellini100.benicultur­ali.it). Come la ricca sezione Fellini East West del Trieste Film Festival (17-23 gennaio, sul cinema dell’Europa centrorien­tale) con l’anteprima del restauro di la nave va (con Cineteca nazionale e Centro sperimenta­le) e un testo inedito dello storico del cinema Naum Kleiman (Chisinau, Urss, ora Moldavia, 1937) che tra censure e proiezioni clandestin­e guida alla scoperta delle relazioni non sempre facili con l’Unione Sovietica.

Eventi, spettacoli, rassegne e proiezioni invadono Rimini (tra tutti, la mostra Fellini 100. Genio immortale, fino al 15 marzo, e che ad aprile sarà a Roma, prima di Los Angeles, Mosca e Berlino) e tante altre città.

Anche «la Lettura» omaggia il regista in questa sezione finale, con la graphic novel di Giuseppe Pollicelli e Grazia La Padula (pp. 40 e 41), Topolino (pp. 42 e 43), l’anticipazi­one de La legge del sognatore di Daniel Pennac (Feltrinell­i) e lo spettacolo a Milano (il 20), Torino (il 21) e Rimini (il 22).

Un’ottima occasione per far riapparire l’immaginari­o del cineasta sugli schermi, nei musei e tra le pagine di tanti volumi, nuovi o ristampati per l’occasione, come il celebre Libro dei sogni (Rizzoli) e il Dizionario intimo (Piemme) di cui ha scritto Marco Missiroli su «la Lettura» #416 del 17 novembre; oppure l’intervista di Giovanni Grazzini, Sul cinema, che ritorna per il Saggiatore, riletta da Maurizio Porro sul «Corriere della Sera» del 30 dicembre scorso. Ecco quindi Rimini, Roma, il circo, le strade desolate, le spiagge, le piazze deserte nel cuore della notte. Tra ispirazion­e e collaboraz­ioni, prima fra tutte quella con la moglie e musa Giulietta Masina.

Per immaginare di nuovo Fellini tra macchine da presa e proiettori, la sedia da regista, il megafono, il cappello e la sciarpa rossa. Sullo schermo sogno e realtà. Magari avvolti ancora una volta dalle musiche di Nino Rota.

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