Corriere della Sera - La Lettura
Il blu di Klein per Santa Rita
Il Mart di Rovereto espone la singolare offerta del pittore presentata in incognito al monastero di Cascia nel 1961 e scoperta per caso nel 1979. Un’occasione per rivalutare un’arte non solo popolare
«Santa Rita da Cascia, Santa dei casi impossibili e disperati, grazie di tutto l’aiuto così grande, decisivo e meraviglioso che mi hai dato finora. Infinitamente grazie. Anche se non ne sono personalmente degno, aiutami ancora e sempre nella mia arte e proteggi tutto ciò che ho creato affinché, nonostante me, sia tutto, sempre, di Grande Bellezza». Firmato: Y. K.
Il foglio, ripiegato a fisarmonica con altri sei, finisce in un cofanetto di plastica trasparente; nello stesso contenitore polveri blu, rosa e oro, più tre piccoli lingotti aurei. L’insieme è un ex voto: indirizzato alla santa cui per tradizione si affidano le cause perse, viene depositato nel convento agostiniano di Cascia, in Umbria, dove la mistica visse nel XIV secolo. Consegnano il pacchetto un uomo e una donna: non si presentano, solo lasciano il dono alla monaca addetta all’ingresso della clausura. È il febbraio 1961. A lungo l’ex voto anonimo, con la sua stravagante composizione, resta nel deposito delle offerte del santuario fra miriadi di altri oggetti. Finché una religiosa se ne ricorda. Il motivo è molto pratico: serve oro per i restauri della chiesa dopo un terremoto.
È il 1979, 21 dicembre: Armando Marrocco, scultore, e Rosario Scrimieri, direttore del cantiere, lavorando alle vetrate avevano chiesto alla badessa se per caso ci fosse della foglia d’oro da qualche parte. Viene portato loro un cofanetto. Quel cofanetto. I due si bloccano, come lo stesso Marrocco ha raccontato in seguito: «Mi accorsi subito che ci trovavamo di fronte a una scoperta eccezionale». Il blu, agli occhi esperti, è inconfondibile: un oltremare saturo, perfetto. Si chiama Ikb, International Klein Blue. La tinta amata (e brevettata) da un inquieto, geniale e famosissimo artista francese morto nel 1962: Yves Klein. La sigla sui foglietti e il testo fitto confermano: a lasciare lo scrigno era stato Klein, accompagnato dalla futura sposa Rotraut Uecker.
Marrocco prende il telefono, chiama in Francia. Pierre Restany, critico, scrittore e amico di Klein, arriva a Cascia e autentica l’opera: è l’ultima, fin lì sconosciuta. L’ex voto a Santa Rita è anche un’eredità intellettuale. « Le bleu, l’or, le rose, l’immatériel », annota l’artista nei biglietti. Il blu monocromo (per lui colore dell’anima che si rivela senza bisogno di spiegazioni), l’oro (alleanza con il divino), il rosa (carne e sangue) sono la triade perfetta. Poi, «l’immateriale»: «I tre lingotti d’oro fino sono il prodotto della vendita delle prime quattro Zone di sensibilità pittorica immateriale», scrive. L’immatériel deriva dunque da un precedente esperimento: la cessio