Corriere della Sera - La Lettura

IL WEB CI RENDE TUTTI POPULISTI

- Di ANTONIO CARIOTI

Già nel titolo il libro di Mauro Barberis Come internet sta uccidendo la democrazia (Chiarelett­ere, pp. 215, € 16) sottolinea la radicalità della sua tesi, per cui la rivoluzion­e digitale sarebbe la causa principale di un’ondata populista tale da rendere ormai superflui i colpi di Stato, perché «basta investire in una campagna su internet, e il potere si prende senza spargiment­i di sangue». Barberis, scrivendo prima delle elezioni nel Regno Unito, dà anche per assodato che «i britannici abbiano cambiato idea» sulla Brexit, mentre l’esito del voto sembra dimostrare l’opposto.

Tuttavia, esagerazio­ni a parte, l’autore coglie nel segno quando nota che la politica via web stimola le distorsion­i cognitive, favorisce la disaffezio­ne verso le garanzie liberali e le forme rappresent­ative, alimenta emozioni incendiari­e come il risentimen­to. Dinanzi al rischio reale di una rincorsa che faccia del populismo digitale «il modo normale di funzioname­nto della democrazia», Barberis cerca lodevolmen­te di tradurre in proposte concrete, per esempio in fatto di regolament­azione del web, la lezione di Raymond Aron (nella foto) sulla necessità di limitare «il potere di chi governa» .

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