Corriere della Sera - La Lettura
IL WEB CI RENDE TUTTI POPULISTI
Già nel titolo il libro di Mauro Barberis Come internet sta uccidendo la democrazia (Chiarelettere, pp. 215, € 16) sottolinea la radicalità della sua tesi, per cui la rivoluzione digitale sarebbe la causa principale di un’ondata populista tale da rendere ormai superflui i colpi di Stato, perché «basta investire in una campagna su internet, e il potere si prende senza spargimenti di sangue». Barberis, scrivendo prima delle elezioni nel Regno Unito, dà anche per assodato che «i britannici abbiano cambiato idea» sulla Brexit, mentre l’esito del voto sembra dimostrare l’opposto.
Tuttavia, esagerazioni a parte, l’autore coglie nel segno quando nota che la politica via web stimola le distorsioni cognitive, favorisce la disaffezione verso le garanzie liberali e le forme rappresentative, alimenta emozioni incendiarie come il risentimento. Dinanzi al rischio reale di una rincorsa che faccia del populismo digitale «il modo normale di funzionamento della democrazia», Barberis cerca lodevolmente di tradurre in proposte concrete, per esempio in fatto di regolamentazione del web, la lezione di Raymond Aron (nella foto) sulla necessità di limitare «il potere di chi governa» .