Corriere della Sera - La Lettura
Nulla è come sembra nello spirito di Bellow e di Roth
Sono storie immerse nel «libro della vita», come cita il titolo del racconto di apertura, quelle narrate da Stuart Nadler in questa bella raccolta mandata in stampa nel 2014 da Bollati Boringhieri con la traduzione di Costanza Prinetti e valsa all’autore la segnalazione fra i cinque migliori scrittori under 35 dalla National Book Foundation. Nel pieno solco della prestigiosa tradizione ebraico-americana – quella di Saul Bellow e Philip Roth, ma anche di Singer e Malamud — Nadler in Nel libro della vita e altri racconti dipinge con gran finezza di tratto e nettezza di colori la provincia statunitense del terzo millennio, sistemando il cavalletto direttamente all’interno delle comunità israelitiche, fra tradizioni, ricorrenze e ritualità resistite alla storia ma incistate nel profondo dal processo di secolarizzazione che non ha risparmiato nemmeno il «popolo eletto». Ne emergono virtù ma soprattutto vizi e umanissime fragilità, a partire dai tradimenti: quelli nascosti, ma anche e soprattutto quelli disvelati e spesso sopportati in virtù di valori come l’unità familiare, il rispetto di una promessa, la serenità dei figli. La scrittura è piana e pulita, con venature ironiche, specialmente nei dialoghi, che la rendono più efficace. Nadler è abile nello spostare di continuo la messa a fuoco sulla realtà sfaccettata dei nostri anni e riesce così a spiazzare il lettore, mostrandogli che niente è come sembra: nell’amore come nell’amicizia, fra le mura di casa come nel mondo del lavoro. Lieve senza essere banale, si fa leggere con gusto e riesce a offrire spunti di riflessione, come pure a intrattenere senza abbassare il registro. Che è poi il segreto della buona letteratura.