Corriere della Sera - La Lettura
TANTE GRAZIE A NONNA ORCA
La menopausa è un enigma. Se l’imperativo darwiniano è riprodursi, perché in alcune specie, poche a dire il vero, le femmine hanno un orologio interno che a un certo punto ferma l’ovulazione? La selezione naturale non ha molti riguardi verso chi non può più avere figli, eppure negli esseri umani e in alcuni cetacei (orche, beluga e narvali) le femmine divenute sterili sopravvivono per decenni. L’ipotesi è che le femmine anziane, una volta nonne, abbiano contribuito alla vita del gruppo in due modi: tramandando ai giovani le loro conoscenze di caccia e accudendo i nipoti. In Homo sapiens è plausibile che sia andata così, anche se non è facile dimostrarlo. Se riuscissimo a misurare questo «effetto della nonna» in un’altra specie, sarebbe una conferma dell’idea.
Una cordata di scienziati capitanata dall’Università di York ha analizzato i dati relativi a 36 anni di osservazioni sul comportamento di due popolazioni di orche sulla costa pacifica nord-occidentale di Canada e Usa, suddivise in branchi composti da molti gruppi familiari. I risultati, pubblicati su «Pnas», sono chiari: mentre i genitori sono distratti dalla caccia, i figli educati e protetti dalle nonne hanno molte più chance di sopravvivenza rispetto ai giovani solitari. Soprattutto in tempi grami di scarsità di salmoni, nonne e nipoti fanno squadra e se la cavano meglio. Insomma, le femmine con una lunga menopausa sono più longeve dei maschi perché non competono con le figlie fertili e danno un contributo familiare e sociale. Avere un’orca assassina come nonna (e suocera) non è poi così male.