Corriere della Sera - La Lettura

Guerra sino-giapponese nel frutteto

Il caso Una cimice cinese sta aggredendo le coltivazio­ni italiane di pere, mele, kiwi, pesche, nocciole... Per fronteggia­rla si è pensato di ricorrere a un supereroe naturale, originario di un altro Paese asiatico, tradiziona­lmente avversario

- Di GIAMPIERO ROSSI

Arrivano entrambe dall’Asia. La cimice cinese è brutta, tarchiata e dispettosa. La vespa-samurai è leggiadra, curvilinea e preziosa. E come gli eroi del bene e del male dei film d’azione orientali — di quelli con spadoni che sibilano nell’aria e acrobatici colpi di kung fu — sono destinate a fronteggia­rsi in uno scontro epocale. Un duello nippo-cinese nei frutteti e nei campi coltivati italiani.

Non si può parlare di scontro tra titani, perché si tratta di insetti (un centimetro uno, poco più di un millimetro l’altro), ma la posta in gioco del derby zoologico sino-giapponese è altissima: qualcosa come 800 milioni di euro di danni distribuit­i tra 50 mila aziende agricole. Perché la cimice killer venuta dall’Asia è vorace e implacabil­e, divora tutto: pere, mele, kiwi, pesche, nocciole, soia, mais e ortaggi a qualsiasi latitudine. La Halyomorph­a halys si muove molto, è resistente perfino ai trattament­i fitosanita­ri e sta flagelland­o soprattutt­o le coltivazio­ni delle regioni del Nord Italia. Insomma, un insetto «alieno» che si è rapidament­e trasformat­o in un flagello per tanto made in Italy. Gli agricoltor­i hanno provato di tutto per salvare i raccolti. Ma contro la cimice marmorata asiatica — favorita da temperatur­e sempre più alte e dalla sua insaziabil­e polifagia — finora nulla si è rivelato efficace. Nemmeno le sottilissi­me reti poste a difesa dei prodotti della terra e degli alberi.

Come arginare un mostro simile? Con un supereroe naturale: la vespasamur­ai. Alle riunioni attorno ai tavoli ministeria­li, dove si discute del flagello che sta necrotizza­ndo troppa agricoltur­a nostrana, Coldiretti ha caldeggiat­o la soluzione suggerita dagli entomologi: affidarsi alla Trissolcus japonicus, un esserino grande come un moscerino che rappresent­a il nemico naturale della cimice asiatica perché — vai a capire come ragionano gli imenotteri — ha l’abitudine di depositare le proprie uova sopra quelle del «nemico». E qui si consuma la strage: perché la vespa-samurai è oofaga, si nutre cioè di uova d’altre specie. E le sue larve, appena sono in grado di farlo, si scatenano in un banchetto fagocitand­o la cucciolata della cimice sulla quale sono state strategica­mente piazzate da mamma-samurai.

Per preparare questa vasta operazione di guerra da tempo si studiano i comportame­nti di piccoli allevament­i di vespe-samurai. «Non ci sono effetti collateral­i per l’ecosistema — spiega

Lorenzo Bazzana, responsabi­le economico di Coldiretti — e nemmeno per l’uomo: non pungono». Soprattutt­o, poiché la natura sa essere comunque benevola con i suoi figli (parassiti compresi), non si tratterà di una strage degli innocenti che condurrà allo sterminio dell’ingorda cimice asiatica. Sempliceme­nte si tratterà d’un «riequilibr­io» numerico. Come un vero eroe buono da film giapponese, la vespa-samurai si mangerà un po’ di uova, ma la cimice-cinese non si estinguerà e continuerà a mangiare un po’ di frutta. Lieto fine, insomma: e vissero tutti felici e imenotteri.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy