Corriere della Sera - La Lettura
Guerra sino-giapponese nel frutteto
Il caso Una cimice cinese sta aggredendo le coltivazioni italiane di pere, mele, kiwi, pesche, nocciole... Per fronteggiarla si è pensato di ricorrere a un supereroe naturale, originario di un altro Paese asiatico, tradizionalmente avversario
Arrivano entrambe dall’Asia. La cimice cinese è brutta, tarchiata e dispettosa. La vespa-samurai è leggiadra, curvilinea e preziosa. E come gli eroi del bene e del male dei film d’azione orientali — di quelli con spadoni che sibilano nell’aria e acrobatici colpi di kung fu — sono destinate a fronteggiarsi in uno scontro epocale. Un duello nippo-cinese nei frutteti e nei campi coltivati italiani.
Non si può parlare di scontro tra titani, perché si tratta di insetti (un centimetro uno, poco più di un millimetro l’altro), ma la posta in gioco del derby zoologico sino-giapponese è altissima: qualcosa come 800 milioni di euro di danni distribuiti tra 50 mila aziende agricole. Perché la cimice killer venuta dall’Asia è vorace e implacabile, divora tutto: pere, mele, kiwi, pesche, nocciole, soia, mais e ortaggi a qualsiasi latitudine. La Halyomorpha halys si muove molto, è resistente perfino ai trattamenti fitosanitari e sta flagellando soprattutto le coltivazioni delle regioni del Nord Italia. Insomma, un insetto «alieno» che si è rapidamente trasformato in un flagello per tanto made in Italy. Gli agricoltori hanno provato di tutto per salvare i raccolti. Ma contro la cimice marmorata asiatica — favorita da temperature sempre più alte e dalla sua insaziabile polifagia — finora nulla si è rivelato efficace. Nemmeno le sottilissime reti poste a difesa dei prodotti della terra e degli alberi.
Come arginare un mostro simile? Con un supereroe naturale: la vespasamurai. Alle riunioni attorno ai tavoli ministeriali, dove si discute del flagello che sta necrotizzando troppa agricoltura nostrana, Coldiretti ha caldeggiato la soluzione suggerita dagli entomologi: affidarsi alla Trissolcus japonicus, un esserino grande come un moscerino che rappresenta il nemico naturale della cimice asiatica perché — vai a capire come ragionano gli imenotteri — ha l’abitudine di depositare le proprie uova sopra quelle del «nemico». E qui si consuma la strage: perché la vespa-samurai è oofaga, si nutre cioè di uova d’altre specie. E le sue larve, appena sono in grado di farlo, si scatenano in un banchetto fagocitando la cucciolata della cimice sulla quale sono state strategicamente piazzate da mamma-samurai.
Per preparare questa vasta operazione di guerra da tempo si studiano i comportamenti di piccoli allevamenti di vespe-samurai. «Non ci sono effetti collaterali per l’ecosistema — spiega
Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti — e nemmeno per l’uomo: non pungono». Soprattutto, poiché la natura sa essere comunque benevola con i suoi figli (parassiti compresi), non si tratterà di una strage degli innocenti che condurrà allo sterminio dell’ingorda cimice asiatica. Semplicemente si tratterà d’un «riequilibrio» numerico. Come un vero eroe buono da film giapponese, la vespa-samurai si mangerà un po’ di uova, ma la cimice-cinese non si estinguerà e continuerà a mangiare un po’ di frutta. Lieto fine, insomma: e vissero tutti felici e imenotteri.