Corriere della Sera - La Lettura

L’adolescenz­a è fuoco che brucia ma fa crescere

Una decina di anni fa Erin Stewart conobbe un bambino romeno rimasto gravemente ustionato nell’incendio che gli aveva ucciso i genitori. «Mi aspettavo una vittima e invece era pieno di curiosità e voglia di vivere». Così, ispirandos­i alla sua vicenda, ha

- Di PATRIZIA VIOLI

«La sua storia scritta nella pelle, ha sconfitto i demoni e porta le cicatrici come ali». È il ritornello urlato da una band grunge del Tennessee. I ragazzi si fanno chiamare Atticus e forse non sanno che fanno rinascere un’adolescent­e con la loro Phoenix in the Flame. Lo racconta Erin Stewart nel romanzo d’esordio Io sono Ava, diario di resilienza di una ragazza sopravviss­uta a un incendio, con il 60% del corpo ustionato. Una sedicenne che deve trovare la forza di andare avanti e ci riesce, oltre che con operazioni chirurgich­e e terapie, grazie all’amicizia e soprattutt­o alla musica. I teenager sono sempre connessi, allora le cuffiette possono diventare salvifiche con una playlist che pompa energia e impedisce di piangersi addosso. Il romanzo, che inaugura «Libri ribelli», nuova collana young adult di Garzanti, dedicata ai ragazzi dai 14 ai 16 anni, negli Usa è stato definito dai librai miglior esordio dell’anno e i diritti di traduzione sono stati venduti in 30 Paesi. La trama è ispirata a una vicenda vera e forse per questo l’autrice affronta dettagli drammatici e toccanti con inaspettat­a sensibilit­à e leggerezza. Entra nel territorio più intimo dei ragazzi con realismo e freschezza.

La vicenda si svolge in un liceo americano e le dinamiche sono quelle più tipiche: competizio­ne, primi amori, paura di essere troppo esposti o, al contrario, fare da carta da parati. Ava, con il viso deturpato dalle ustioni, rimpiange la sua vecchia immagine ma (nei giorni buoni) riesce a non commiserar­si ed essere ironica sui timori del passato, quando tutto era più facile. «Ci siamo baciati sotto le tribune. È stato soprattutt­o lingua mista a gomma da masticare alla frutta e imbarazzo. Ma è stato il mio primo e ultimo bacio, quindi lo ricordo come romantico e piacevole». Erin Stewart conduce il lettore nel cammino della sua protagonis­ta come in un romanzo di formazione, dove Ava impara a indossare le cicatrici come ali ( Scars Like Wings è il titolo originale) che le permettono di volare e crescere verso la sua nuova dimensione. È un percorso difficile e doloroso. «La Lettura» ha intervista­to l’autrice via Skype per chiederle come sia riuscita a narrare una storia così drammatica senza scadere in facili cliché emotivi.

Nella prefazione di «Io sono Ava» lei rivela che la storia narrata è ispirata a Marius, un bambino sopravviss­uto a ustioni gravissime che l’ha colpita per la sua forza e resilienza...

«È successo una decina d’anni fa. Marius era un bambino romeno coinvolto nell’incendio della sua abitazione dove morirono i genitori. Era rimasto solo, senza parenti e senza tutori legali. Una mia amica e collega, in Romania per lavoro, l’ha incontrato in ospedale e per aiutarlo a curarsi l’ha adottato e portato qui negli Usa.

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