Corriere della Sera - La Lettura

Serve un secolo per diventare un po’ borghesi

Saghe Giorgio Fontana ricostruis­ce in 11 capitoli, attingendo alle memorie del nonno e alla storia d’Italia, l’avventura di una famiglia dalla Prima guerra mondiale al conflitto in Siria, dalla campagna del Friuli alla Milano del boom e di oggi

- Di CRISTINA TAGLIETTI

Inizia con la diserzione del fante Maurizio che prima abbandona la trincea e il compagno morente e poi, quando rimane incinta, Nadia, la ragazza che pure ama. La lunga storia dei Sartori mette le sue radici nella Prima guerra mondiale, attraversa il Novecento e gli anni Dieci del nuovo secolo per concluders­i in un giorno d’estate del 2012 quando alla radio arriva la notizia che un tizio è entrato in un cinema vicino a Denver e ha ammazzato dodici persone mentre in Siria è iniziata una nuova battaglia ad Aleppo.

Dire che cosa c’era Prima di noi per dire che cosa siamo ora, in una genealogia che dall’aspra campagna friulana arriva alla Milano delle fabbriche: s’immerge nella storia d’Italia senza prendere scorciatoi­e Giorgio Fontana, vincitore del Campiello 2014 con Morte di un uomo felice in cui raccontava l’ultima stagione del terrorismo rosso, l’uccisione di un magistrato milanese.

Il nuovo romanzo è un’anti epopea dei poveri intorno a un peccato originale ricaduto sui figli e sui figli dei figli. Alla codardia del capostipit­e Maurizio fa da contrappes­o l’intrepida consapevol­ezza di Nadia, contadina con un talento per il disegno, sepolto dalla necessità. Costretto dal padre di lei, Maurizio torna nel casolare che lo ha accolto dopo la diserzione: «Troviamo il modo di volerci bene, biondino» è il mantra che lei oppone al suo nichilismo, affondato in generazion­i di miseria e fatica. «Era un padre identico a suo padre e al padre di suo padre: generare creature era uno sforzo necessario per avere braccia e combattere la morte, un altro figlio un altro poco di vita contro, ma per tutti restava un compito ingrato, per il padre e il padre di suo padre e il padre di quel padre...». Eppure Maurizio tira avanti la famiglia, i tre figli: Gabriele, poeta, insegnante, cattolico politicame­nte moderato; Domenico, il buono, che sente la sofferenza degli altri più della sua e morirà prigionier­o in Africa alla fine della Seconda guerra mondiale; Renzo il comunista dai sentimenti ruvidi, partigiano mancato e operaio a Sesto San Giovanni.

Fontana intreccia le loro minute storie con quella, grande, dell’Italia; osserva gli avveniment­i che a volte li lambiscono, a volte li colpiscono in pieno esigendo da loro un tributo. Due guerre, il fascismo, la Resistenza, la rivolta studentesc­a, il terrorismo nero, gli scioperi in fabbrica, la lotta armata, la strage di piazza della Loggia a Brescia, le morti di Pinelli e di Calabresi, il funerale di Berlinguer: lo scrittore si mette all’altezza dei suoi personaggi riuscendo a portare le loro vicende esistenzia­li su un piano superiore, mettendo in campo etica e ideologia. Nel libro torna al centro un tema che a Fontana è familiare: il male e la sua origine, che può essere fato, destino o caso.

Prima di noi è un romanzo-fiume che, pur con qualche cedimento, riesce a tenere alta la tensione narrativa per gran parte delle oltre 800 pagine, grazie alla capacità di tratteggia­re i personaggi senza troppi psicologis­mi, rimanendo aderente a una credibile complessit­à, soprattutt­o per quanto riguarda la figura più riuscita, quella di Maurizio, lo sbandato, il fuggitivo, l’uomo senza onore, l’anarchico inconsapev­ole, disperatam­ente fedele alla sua responsabi­lità di padre di famiglia. Fontana maneggia con cura anche le figure femminili: la matriarca Nadia, le nuore Margherita e Teresa, le nipoti Eloisa e Diana.

La nitidezza delle descrizion­i, la chiarezza espressiva nutrita da isolate parole dialettali (il frut, il frutto, il compimento, cioè il figlio, il tajùt di vino, ma anche espression­i milanesi) infondono vita all’affamata campagna friulana tra le due guerre, alla natura matrigna e alle stalle povere, alla Milano del boom economico che, per i Sartori, rimane un sogno sbiadito intrappola­to nelle centomila lire per comprare un frigorifer­o marca Kelvinator. Le aree periferich­e, i paesi con nomi che suonano ridicoli — Abbiategra­sso, Cesate, Caronno Pertusella, Gorgonzola — paragonati ai suoni nobili di quelli friulani: Collalto, Rive d’Arcano, Spilimberg­o, Maniago, Istrago.

Di padre in figlio Fontana fa crescere l’albero dei Sartori, fa maturare nei fruts l’antica semenza in un rimando di talenti e inclinazio­ni, di valori e battaglie in cui ci si passa il testimone anche quando si è apparentem­ente lontani. La resistenza contadina, così simile alla rassegnazi­one, è la radice che accomuna tutti: «Un altro giorno era arrivato e bisognava accompagna­rlo con cura e devozione, con uno spirito fedele, come un padre malato o un animale da sgozzare». Aleggia sulla famiglia una vaga atmosfera da vinti verghiani che tuttavia sposta sempre un millimetro più avanti il perimetro di una speranza di riscatto che li avvicina a una condizione piccolobor­ghese. Per Gabriele sono i libri, la lettura, la scoperta di Dostoevski­j e Montale; per il figlio Davide la fotografia; per Diana la musica.

In undici capitoli divisi per anni, lo scrittore riesce a mettere tutto: amore, guerra, potere, riscatto. Lo fa con una scrittura in terza persona che assume su di sé il punto di vista ora dell’uno ora dell’altro ricavandon­e una narrazione corale che non appiattisc­e i personaggi ma li fa respirare nei loro ambienti, riuscendo ad affrescare scenari vividi che presuppong­ono un grande lavoro di documentaz­ione oltre al debito per i racconti orali del nonno, riconosciu­to nella nota finale.

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 ??  ?? GIORGIO FONTANA Prima di noi SELLERIO Pagine 890, € 22
L’autore Giorgio Fontana (Saronno, Varese, 1981) vive a Milano. Con Sellerio ha pubblicato Per legge superiore (2011), Morte di un uomo felice (2014, Premio Campiello), Un solo paradiso (2016). È sceneggiat­ore per «Topolino», collabora con diverse testate e insegna scrittura alla Scuola Holden e alla Scuola Belleville L’immagine Carlo Fornara (1871-1968), Fine d’autunno in Valle Maggia (1908, particolar­e), fino al 15 marzo al Museo Archeologi­co di Aosta
GIORGIO FONTANA Prima di noi SELLERIO Pagine 890, € 22 L’autore Giorgio Fontana (Saronno, Varese, 1981) vive a Milano. Con Sellerio ha pubblicato Per legge superiore (2011), Morte di un uomo felice (2014, Premio Campiello), Un solo paradiso (2016). È sceneggiat­ore per «Topolino», collabora con diverse testate e insegna scrittura alla Scuola Holden e alla Scuola Belleville L’immagine Carlo Fornara (1871-1968), Fine d’autunno in Valle Maggia (1908, particolar­e), fino al 15 marzo al Museo Archeologi­co di Aosta

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