Corriere della Sera - La Lettura

Muhammad Ali alla maniera di Warhol

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Andy Warhol non distinguev­a una palla ovale da football da una pallina da golf, sosteneva il suo amico e grande collezioni­sta Richard L. Weisman che, invece, era un convinto appassiona­to di sport: campioni e atleti ne frequentav­ano le cene nell’appartamen­to newyorkese in United Nations Plaza, insieme ad artisti come Norman Rockwell, Alberto Giacometti, Roy Lichtenste­in. Fu proprio Weisman, scomparso nel 2018 e già assiduo frequentat­ore della Factory warholiana, a convincere il padre della Pop Art nel 1977 a cimentarsi in una serie di ritratti di personaggi dello sport. Ora una di quelle otto serie di dieci serigrafie dalla collezione Weisman va all’asta da Christie’s a Londra il 12 febbraio, con stime che arrivano, nel caso del ritratto di Muhammad Ali (nella foto), anche ai 3-6 milioni di euro. Nel 2019 un’altra serie degli Athletes era stata venduta a New York, sempre da Christie’s, per 15 milioni di dollari. «Le star dello sport di oggi sono le star del cinema di ieri», diceva Warhol. Con la sua Polaroid di grande formato, Warhol percorse gli Stati Uniti fra il marzo e il novembre del ’77: riportando gli scatti su tela, applicando il colore, realizzand­o serigrafie quadrate da un metro di lato. Warhol ritrasse il fantino Bill Shoemaker, il cestista dei Lakers Kareem Abdul-Jabbar, la leggenda del calcio Pelé, l’hockeista canadese Rod Gilbert, la pattinatri­ce Dorothy Hamill; poi Tom «Terrific» Seaver, lanciatore di baseball, la numero uno del tennis Chris Evert, O. J. Simpson, il giocatore di football di cui molti negli Usa seguiranno il processo, il golfista Jack Nicklaus.

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