Corriere della Sera - La Lettura
Scatti di donne scatti di pioniere scatti di libertà
Un tuffo in un passato che ancora oggi rappresenta la rottura con la tradizione e l’irruzione della modernità: la mostra Breaking away (Staccarsi via), « Modernismo nella fotografia dalla Prima guerra mondiale» allinea nella Galleria Nagy di Old Bond Street, nel cuore della Londra più elegante, 50 immagini vintage e rarissime dei maestri della camera oscura del Novecento. È la più importante esposizione di questo genere mai organizzata in una galleria privata in Gran Bretagna e vede affiancate opere che vanno da Man Ray a Edward Weston a Irving Penn. «Non c’è un vero filo conduttore. Si tratta — spiega l’esperto americano Michael Shapiro, che ha curato la mostra — di una raccolta di grandi fotografie che illustra soprattutto la perizia nella camera oscura».
Il pezzo forte è probabilmente il ritratto di Lee Miller (o meglio del suo collo), la celebre modella e fotografa americana, scattato da Man Ray (che era anche il suo amante) nel 1929: un pezzo rarissimo, di cui esistono solo due stampe. L’unica sul mercato è quella esposta a Londra e verrà offerta per un prezzo superiore al milione. Tutte le foto della mostra sono in vendita: «Sono molto desiderabili, molto collezionabili e molto costose... Anche se a suo tempo le ho acquistate per poche migliaia di dollari», aggiunge Shapiro.
Un aspetto interessante della mostra è l’accento sulle donne pioniere della fotografia d’avanguardia. «Cinque eroine — sottolinea Shapiro — che erano anche fotografe della libertà». Come la californiana Consuelo Kanaga, di cui si può ammirare il close-up di una donna nera scattato ai primi degli anni Trenta (in alto): «Un’immagine incredibilmente all’avanguardia — dice Shapiro — ma che da un punto di vista sociale potrebbe essere perfino stata illegale: a quei tempi in America le razze non potevano mischiarsi e Consuelo già nel 1929 aveva scattato una foto delle mani intrecciate di un uomo nero e una donna bianca. Una cosa rivoluzionaria. Queste donne californiane non erano affatto allineate politicamente». Come non lo è la critica sociale di Dorothea Lange, che ritrae un gruppo di lavoratori immigrati che guarda una casa data alle fiamme (sopra).
Più in generale, le immagini in mostra sono spesso un lavoro sulle forme, dove nudi e oggetti si trasformano in rappresentazioni astratte che rimandano alle correnti artistiche dell’avanguardia storica, dal cubismo al futurismo. «Tutto il modernismo riguarda le forme», conferma Shapiro: e allora un torso nudo di donna di Weston rimanda all’oceano di dune dello stesso autore.
C’è spazio anche per il glamour, come nei ritratti di Pablo Picasso o Truman Capote di Irving Penn, l’autore che ha reinventato la fotografia di moda: «Ma in questa stanza — conclude Shapiro — non c’è molto colore, sono interessato ai pionieri, alle persone che hanno cambiato tutto. Non sono interessato alla roba decorativa che va tanto oggi».