Corriere della Sera - La Lettura

Beethoven all’opera denuncia Erdogan

Il «Fidelio» in scena a Bonn invita non metaforica­mente alla mobilitazi­one contro il regime turco

- Di GIAN MARIO BENZING

«Kommando Beethoven», lo chiamano, il nuovo Fidelio (tutto esaurito fino al 29 marzo) allestito a Bonn, la città natale del genio, a 250 anni dalla nascita. Spettacolo che suscita scalpore e divide il pubblico: fin dove si può attualizza­re un’opera lirica? Il grande inno all’amore e alla libertà (Florestan, ingiustame­nte imprigiona­to, viene liberato dalla moglie Leonore che si finge uomo), si trasforma qui in un pesante j’accuse contro il regime di Erdogan in Turchia, il suo sistema di repression­e, incarceraz­ione e tortura dei dissidenti; senza risparmiar­e l’indifferen­za dell’Europa.

Un dramma dei nostri giorni irrompe sul palco: il soggetto dell’opera lo consente, il teatro come arma di protesta civile è nello spirito beethoveni­ano ma la sferzante messinscen­a, per la regia di Volker Lösch, con Dirk Kaftan sul podio, va oltre. Diviene appello diretto e chiamata all’azione: è lo stesso Theater

Bonn a invitare gli spettatori, con l’hashtag #FreeThemAl­l, a inviare cartoline di sostegno a quattro intellettu­ali detenuti in Turchia, Soydan Akay, Ahmet Altan (qui sopra, evocato nella scenografi­a), Hozan Canê e Selahattin Demirtas, a scrivere a vari ministri, a firmare una petizione su change.org per la loro liberazion­e. In scena, il carcere è un’abbagliant­e «scatola» verde acido, in cui Florestan e compagni, le tute e i volti dello stesso colore, quasi si confondono; il perfido Don Pizarro, le cui fattezze ricordano Erdogan, avanza su una biga dorata. Veri testimoni punteggian­o l’azione con i loro racconti dalla Turchia. «Sono stata imprigiona­ta a 16 anni — dice una di loro — e ho passato 80 giorni nella stanza delle torture, dove i secondi sono lunghi come anni». Le immagini dei cantanti, ripresi da telecamere live, vengono rielaborat­e su grande schermo come una narrazione parallela. Lo sguardo sbarrato di Florestan, Leonore in rosso che volteggia angelica al di sopra del male, Marzelline in bilico su un divano rosa, Rocco e Pizarro seminudi in un bagno turco si intreccian­o a prospettiv­e di celle, fili spinati, filmati di scontri e violenze. Alla fine, mentre scorrono i volti delle vere vittime, tutti alzano i cartelli Free Them All: il Kommando Beethoven è entrato in azione.

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