Corriere della Sera - La Lettura
FIGLIO DI NESSUNO
Nacque nel 1931, a Baku. Le sue origini da una stirpe di ricchi proprietari terrieri non le impedirono di progredire nella nuova società sovietica. Per di più, il padre, Bahram Nurllanovic Baghirov, con l’occupazione dell’effimera Repubblica democratica dell’Azerbaigian da parte dell’XI Corpo d’Armata dell’Armata Rossa nel marzo del 1920, fu immediatamente coinvolto nel sostegno locale della rivoluzione bolscevica, ribellione giovanile contro la classe dominante o, a detta dei nemici, ripudio della propria patria, ma in ogni caso ripudio delle radici.
Quando nacque Anahanum, i nonni erano morti da tempo, sicché lei non poté conoscerli, e in casa quasi non si parlava di loro. Nonostante questo, lei li sentiva molto vicini, quasi attratta da un misterioso richiamo seducente, e la posizione del padre, segretario di un rajkom — un comitato distrettuale di Baku — le avrebbe garantito il lusso della vanagloria, in un’innocente forma semiseria, di origini feudali, come se in una festa privata indossasse una collana preziosa dopo averla estratta dal baule della nonna.
Le sue raffigurazioni dei progenitori e della loro vita componevano una mitologia personale, intima, non senza sfumature da Mille e una notte che conferivano parecchia vitalità all’ambiente dove viveva, vieppiù cinereo, sempre più somigliante al bianco e nero delle fotografie dell’epoca. Del pari, come una specie di contrappeso nei confronti del padre che aveva rinnegato il passato della sua stirpe — una sorta di negazione della negazione, se si volesse dirla con il linguaggio della filosofia dialettica imparata a scuola — la scelta della facoltà che avrebbe seguito costituisce una svolta verso il passato, una approssimativa ricerca delle radici, per quanto in un senso molto vago. Decise, infatti, di studiare presso la facoltà di Storia dell’Università statale di Baku, la prima università moderna del Medio Oriente, fondata nel 1918, e, per di più, decise di specializzarsi nell’ambito dell’arte e dell’architettura medievale, in particolare all’interno della tradizione islamica.
Conclusi gli studi, lavorò alcuni anni nell’Istituto dei Monumenti della Cultura di Baku. A questo periodo risale una serie di suoi articoli nella rivista locale «La nostra tradizione» e il suo primo articolo nella rivista moscovita «Le nostre tradizioni».
L’altra sua decisione importante è quella del suo matrimonio con Vadim Kvasnikov, ufficiale dell’Nkvd, il Commissariato del popolo per gli affari interni. Avvenne nel 1950. Anahanum ancora non aveva terminato gli studi, era molto giovane. E s’ingannò pensando di amarlo ma in verità, almeno sino a un certo punto, fu attratta