Parigi non giova all’amore Le tre sceneggiature di Némirovsky

Definirle sceneggiature, con tutto il rispetto per tale tipologia testuale, è sminuire il valore dei tre brevi racconti che Irène Némirovsky confezionò, sul principio degli anni Trenta del secolo scorso, sperando che qualche regista li portasse, presto o tardi, sullo schermo. La sinfonia di Parigi, Natale e Carnevale di Nizza — che Elliot ha radunato otto anni fa in un libretto di pregevolissima fattura ( La sinfonia di Parigi e altri racconti) ben tradotto da Ilaria Piperno — sono ben altro e ben di più che semplici note di regia. E ciò a dispetto del fatto che la scrittrice, affascinata dal mondo del cinema appena passato al sonoro, li avesse pensati perché un giorno potessero essere proiettati in sala. Poco importa, oggi, che tale sogno non si sia avverato (Némirovsky, peraltro, non avrebbe nemmeno potuto goderne, essendo morta nel Lager di Auschwitz nel 1942, consegnata ai carnefici del Reich dal regime collaborazionista di Pétain ): siamo qui davanti a veri e propri pezzi di bravura della scrittrice ebrea di origine ucraina, ripiegata in Francia con la famiglia ai tempi della Rivoluzione bolscevica. L’autrice di Suite francese, in un crescendo d’intensità e con la forza di una scrittura dosata, curatissima e delicata, quasi jazzistica con quel suo insistere sul «levare» piuttosto che sul battere, regala tre storie d’amore in altrettanti spaccati di vita parigina. Tre vicende che non indulgono mai al romanticismo, ma che scavano a fondo tra giovani coppie incagliate sugli ostacoli della vita e coppie più mature ormai disilluse a causa degli stessi ostacoli; il tutto sullo sfondo di una società borghese decadente e vacua, ignara della tragedia che avrebbe presto bussato alle sue porte.

La sinfonia di Parigi e altri racconti (traduzione di Ilaria Piperno, Elliot, pp. 91, € 9)