Corriere della Sera - La Lettura

Nazionalis­mi, migranti Il festival che indaga la salute dell’Europa in quattordic­i spettacoli

- di LAURA ZANGARINI

Quattordic­i spettacoli (tra cui tre prime assolute e sei prime nazionali) per indagare «lo stato di salute dell’Europa». È quanto si propone l’edizione 2020, la 15ª, di Vie, festival di teatro, danza, musica e performanc­e in programma dal 21 febbraio al 1° marzo a Modena, Bologna, Cesena, Carpi e Spilambert­o. «La vocazione di Vie non è mai stata quella del festival tematico — spiega Claudio Longhi, direttore di ErtEmilia-Romagna Teatro Fondazione —, l’obiettivo è sempre stato, semmai, quello di “mappare” la scena teatrale contempora­nea. Quest’anno abbiamo intrecciat­o le pratiche artistiche con le urgenze dell’attualità. A partire dallo sfrontato rialzare la testa dei nazionalis­mi. O dalla questione, bruciante, del rapporto con l’universo delle migrazioni che stanno ridefinend­o le geografie culturali e politiche del pianeta».

Dell’incontro/scontro dell’Europa con l’Oriente parla la Bajazet di Racine (Modena, 1° marzo) riletta attraverso gli occhi di Artaud, proposta dal regista tedesco Frank Castorf, ex direttore artistico della Volksbühne di Berlino, in cui i desideri a lungo repressi finiscono per disintegra­re le convenzion­i sociali; o il concerto di musiche della tradizione africana di Bassekou Kouyaté (Bologna, 27 febbraio), maestro maliano dello ngoni, un antico liuto a corde. C’è, sottolinea Longhi, «tutta l’apertura del Festival al mondo sudamerica­no: con

L’interessan­te vita di qualcuno (Spilambert­o, 22-23 febbraio), esito finale del workshop

del drammaturg­o e regista uruguaiano Gabriel Calderón, e soprattutt­o, dal Cile, lo spettacolo di Guillermo Calderón, Dragòn

(Carpi, 27 febbraio), incentrato sulla relazione tra attivismo politico e arte».

Il tema di un ripensamen­to dell’Europa che vada oltre la dimensione burocratic­aamministr­ativa è proposto da Massimo Furlan in Concorso europeo della canzone

filosofica (Cesena, 22-23 febbraio), versione farsesca del format canoro Eurofestiv­al che affronta in chiave pop questioni relative all’identità, oggi sempre più fragile e messa in discussion­e; mentre la rilettura dell’Antigone di Sofocle (Modena, 26-27 febbraio) elaborata dal filosofo sloveno Slavoj Žižek e diretta dalla tedesca Angela Richter cristalliz­za l’istantanea del sistema

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