Corriere della Sera - La Lettura
Freud, i Monty Phyton L’umorismo ci travolge
«Le pescivendole ridono fragorosamente, gli statisti sommessamente». L’umorismo rimane una questione di classe, con una rigida distinzione fra schiamazzi e humour. Lo conferma Breve storia della risata (traduzione di Denis Pitter, Il Saggiatore, pagine 216, 17, in libreria dal 27 febbraio), analisi densa e brillante del critico letterario inglese Terry Eagleton. Un’indagine profonda, colta ed esaustiva sul moto spontaneo e liberatorio che produce ilarità e, spesso, una brevissima felicità. La risata è figlia delle emozioni e ha molte sfumature. Gioiosa, sorniona, derisoria, cinica, lasciva, incredula, ma assume, sempre e comunque, un senso sociale specifico in quanto linguaggio del corpo. Eagleton cita Cartesio, che l’ha definita «grido inarticolato ed esplosivo», e spiega quanto ridere sia, in realtà, una faccenda molto seria.
Per farlo parte da lontano, affronta varie teorie filosofiche e psicologiche, da Platone a Freud, per arrivare all’umorismo nella letteratura. Da quello indiretto in alcune descrizioni dei personaggi di Dickens, all’arguzia potente di Wilde. Fino ad arrivare alla comicità surreale dei Monty Phyton e alle gag della stand-up comedy.
L’autore si domanda perché ridiamo, cosa provochi quella sensazione di stupore e divertimento che fa perdere l’autocontrollo. Arriva a stabilire che «l’umorismo si verifica quando c’è una momentanea alterazione di un mondo di significati ben allineati». Si ride per incongruenza: quando qualche fenomeno sembra fuori luogo e si avverte una discrepanza. Nel corso dei secoli per i più scherzosi non è stato facile. Nonostante la risata sia fisiologica e rappresenti un riflesso gioioso dell’uomo, i neonati cominciano a ridere fragorosamente verso i cinque mesi, l’umorismo è sempre stato considerato anarchico e ha destato sospetti. Le élite non sono mai state molto tolleranti verso la comicità. Così frizzi, lazzi e parodie sono stati ghettizzati nel periodo carnevalesco, valvola di sfogo di energie sovversive. Dopotutto, il termine «sarcasmo» deriva dal greco e significa «tagliare un pezzo di carne da qualcuno». Prima di abusarne meglio essere cauti.