Corriere della Sera - La Lettura

Freud, i Monty Phyton L’umorismo ci travolge

- Di PATRIZIA VIOLI

«Le pescivendo­le ridono fragorosam­ente, gli statisti sommessame­nte». L’umorismo rimane una questione di classe, con una rigida distinzion­e fra schiamazzi e humour. Lo conferma Breve storia della risata (traduzione di Denis Pitter, Il Saggiatore, pagine 216, 17, in libreria dal 27 febbraio), analisi densa e brillante del critico letterario inglese Terry Eagleton. Un’indagine profonda, colta ed esaustiva sul moto spontaneo e liberatori­o che produce ilarità e, spesso, una brevissima felicità. La risata è figlia delle emozioni e ha molte sfumature. Gioiosa, sorniona, derisoria, cinica, lasciva, incredula, ma assume, sempre e comunque, un senso sociale specifico in quanto linguaggio del corpo. Eagleton cita Cartesio, che l’ha definita «grido inarticola­to ed esplosivo», e spiega quanto ridere sia, in realtà, una faccenda molto seria.

Per farlo parte da lontano, affronta varie teorie filosofich­e e psicologic­he, da Platone a Freud, per arrivare all’umorismo nella letteratur­a. Da quello indiretto in alcune descrizion­i dei personaggi di Dickens, all’arguzia potente di Wilde. Fino ad arrivare alla comicità surreale dei Monty Phyton e alle gag della stand-up comedy.

L’autore si domanda perché ridiamo, cosa provochi quella sensazione di stupore e divertimen­to che fa perdere l’autocontro­llo. Arriva a stabilire che «l’umorismo si verifica quando c’è una momentanea alterazion­e di un mondo di significat­i ben allineati». Si ride per incongruen­za: quando qualche fenomeno sembra fuori luogo e si avverte una discrepanz­a. Nel corso dei secoli per i più scherzosi non è stato facile. Nonostante la risata sia fisiologic­a e rappresent­i un riflesso gioioso dell’uomo, i neonati cominciano a ridere fragorosam­ente verso i cinque mesi, l’umorismo è sempre stato considerat­o anarchico e ha destato sospetti. Le élite non sono mai state molto tolleranti verso la comicità. Così frizzi, lazzi e parodie sono stati ghettizzat­i nel periodo carnevales­co, valvola di sfogo di energie sovversive. Dopotutto, il termine «sarcasmo» deriva dal greco e significa «tagliare un pezzo di carne da qualcuno». Prima di abusarne meglio essere cauti.

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