Corriere della Sera - La Lettura
Un algoritmo prevede gli incendi per classificarli e combatterli
Imparare a convivere con gli incendi pare oggi una prospettiva sempre più realistica, ipotizzano i ricercatori statunitensi dell’Oregon State University (Osu) College of Forestry. Fin dal Grande Incendio del 1910, che uccise 87 persone, distrusse diverse città e bruciò milioni di ettari nel Nord degli Stati Uniti, la strategia è stata la ricerca di una soppressione totale e immediata delle fiamme. I recenti episodi distruttivi in California e in Australia hanno mostrato tuttavia come questo tipo di azione non risulti sempre la più efficace.
Gli incendi superficiali a bassa gravità avevano un ruolo chiave nel mantenimento delle foreste. Negli ultimi decenni il disboscamento e i diversi usi del suolo hanno causato importanti cambiamenti strutturali nelle foreste.
In uno studio pubblicato sulla rivista «Environmental Research Letters», i ricercatori dimostrano come sia necessaria una pianificazione a livello globale per un’azione iniziale mirata. Grazie ad algoritmi di apprendimento automatico e a nuovi strumenti digitali sviluppati dalla Osu, è possibile prevedere le zone a rischio incendi e classificarne la tipologia.
La ricerca consente di fornire la strategia più efficace per ridurre al minimo le conseguenze negative anticipando l’origine del focolaio. «Dobbiamo imparare a convivere con il fuoco», sostiene Chris Dunn, ricercatore presso il College of Forestry: «Non ci sono previsioni o prove di un futuro senza più incendi. Se accettiamo questa visione, allora la domanda diventa: che tipo di incendio vogliamo?».