Corriere della Sera - La Lettura

Il cuore mappa la Gerusalemm­e di Amos Oz

David Kroyanker

- Dal nostro corrispond­ente a Gerusalemm­e DAVIDE FRATTINI

In cinquant’anni di passeggiat­e per le vie di Gerusalemm­e ha raccolto 140 mila tra schizzi, mappe, appunti e ha scattato 150 mila foto. Adesso l’architetto David Kroyanker ha seguito le briciole letterarie lasciate per la città dall’amico Amos Oz ( Yerushalay­im shel Amos Oz, Keter Publishing, pp. 346, shekel 168): «Avrei voluto regalargli il libro nel giorno del suo ottantesim­o compleanno. Sarebbe stato il 4 maggio 2019, Amos è purtroppo morto prima», ha detto ad «Haaretz». Ripercorre una Gerusalemm­e fatta di palazzi che non esistono più e di odori che lo scrittore inseguiva all’alba, duravano poco, portavano il profumo di luoghi ed esistenze lontane. Come i magazzini della Tnuva, la più grande industria alimentare israeliana, dove ogni mattina i camion scaricavan­o i prodotti delle campagne da distribuir­e in tutto il Paese. Costruito nel ’35, l’edificio fu demolito una ventina d’anni fa, resta la descrizion­e in Una storia di amore e di tenebra. La Gerusalemm­e di Oz ricostruis­ce mappe emotive e reali (con gli acquerelli di Kroyanker), ogni percorso ha le sue pietre miliari, luoghi per superare la linea d’ombra dell’adolescenz­a: i cinema Edison, Rex e Studio dove si concentrav­a la vita culturale e mondana fin dai tempi del mandato britannico. Una città amata nei suoi cambiament­i ma forse diventata troppo diversa da quella in cui Oz era cresciuto: «Sono di Gerusalemm­e e non potrei vivere senza — scriveva il romanziere in una lettera privata — ma negli ultimi anni trovo difficile restarci per più di pochi giorni perché l’atmosfera è piena di estremismo».

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