Corriere della Sera - La Lettura

Sorpresa: si può raccontare la storia basca

De Pablo, de la Granja, Pobes

- Di ALESSANDRA COPPOLA

Breve historia de Euskadi, come se fosse semplice. In realtà lo sforzo per guardare con obiettivit­à al passato dei Paesi baschi spagnoli è impresa scivolosa, perché mai come in queste terre il racconto è stato ostaggio di fazioni e rabbia. Ci hanno provato gli storici Santiago de Pablo, José Luis de la Granja, Coro Rubio Pobes che il prossimo marzo mandano in stampa per Debate (pp. 368, € 19,90) una versione aggiornata del volume del 2011. Nella sua «brevità» un punto fermo, come sottolinea l’editore: «La migliore storia dei Paesi Baschi per ogni tipo di pubblico». Indipenden­tista o meno, è sottinteso. Lo sforzo degli autori è innanzi tutto sottrarre la materia ai politici e ai militanti. Dalla fine della dittatura franchista, nel 1975, con il riemergere degli orgogli separatist­i, la vicenda dei baschi è stata strattonat­a da un lato o dall’altro, a uso della propaganda. Questa ricerca spazza via leggende e falsi miti, per risalire agli anni della formazione delle istituzion­i basche, già nell’Ottocento, arrivando al tragico conflitto della fine del XX secolo e all’attualità con sguardo più ampio. Non si tralascian­o i fondamenta­li passaggi politici — in particolar­e il nodo dello Statuto di Guernica (1979) su cui si fonda l’autonomia di Euskadi all’interno della Spagna — ma si collocano in un contesto più articolato, tra sviluppo economico, questioni sociali, cambiament­i culturali e religiosi. Sembra scontato, non lo è perché la credibilit­à della storiograf­ia basca, libera dai condiziona­menti locali e non pilotata da Madrid, è un’acquisizio­ne recente, legata al grande sviluppo di università e istituti di ricerca sul territorio dopo la dittatura.

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