Corriere della Sera - La Lettura
Sorpresa: si può raccontare la storia basca
De Pablo, de la Granja, Pobes
Breve historia de Euskadi, come se fosse semplice. In realtà lo sforzo per guardare con obiettività al passato dei Paesi baschi spagnoli è impresa scivolosa, perché mai come in queste terre il racconto è stato ostaggio di fazioni e rabbia. Ci hanno provato gli storici Santiago de Pablo, José Luis de la Granja, Coro Rubio Pobes che il prossimo marzo mandano in stampa per Debate (pp. 368, € 19,90) una versione aggiornata del volume del 2011. Nella sua «brevità» un punto fermo, come sottolinea l’editore: «La migliore storia dei Paesi Baschi per ogni tipo di pubblico». Indipendentista o meno, è sottinteso. Lo sforzo degli autori è innanzi tutto sottrarre la materia ai politici e ai militanti. Dalla fine della dittatura franchista, nel 1975, con il riemergere degli orgogli separatisti, la vicenda dei baschi è stata strattonata da un lato o dall’altro, a uso della propaganda. Questa ricerca spazza via leggende e falsi miti, per risalire agli anni della formazione delle istituzioni basche, già nell’Ottocento, arrivando al tragico conflitto della fine del XX secolo e all’attualità con sguardo più ampio. Non si tralasciano i fondamentali passaggi politici — in particolare il nodo dello Statuto di Guernica (1979) su cui si fonda l’autonomia di Euskadi all’interno della Spagna — ma si collocano in un contesto più articolato, tra sviluppo economico, questioni sociali, cambiamenti culturali e religiosi. Sembra scontato, non lo è perché la credibilità della storiografia basca, libera dai condizionamenti locali e non pilotata da Madrid, è un’acquisizione recente, legata al grande sviluppo di università e istituti di ricerca sul territorio dopo la dittatura.