Corriere della Sera - La Lettura

Il j’accuse di Martelli con trama da fiction

- di Antonio D’Orrico

Immaginate una serie tv basata sull’idea che Bettino Craxi non fu fatto fuori per le tangenti, ma perché era socialista ed era anche un patriota. Ecco la trama. 1) Ottobre 1985. Il premier Craxi sfida il presidente americano Reagan a Sigonella. 2) Poco dopo Craxi interviene in Parlamento: «Quando Giuseppe Mazzini nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazio­ne per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava assassini politici. Questa è la verità della storia...». 3) Aprile 1986. Craxi avvisa Gheddafi salvandolo dal bombardame­nto americano. 4) Craxi accusa Henry Kissinger di coinvolgim­ento nel golpe contro Pinochet. 5) Prima di Craxi «non è mai esistito un leader politico dell’Italia repubblica­na che abbia difeso con tanto coraggio e tanta coerenza, a Est e a

Ovest, la libertà degli uomini e i diritti dei popoli come Craxi ha fatto per tutta la sua vita». 6) Craxi si inimica il «partito senza voti», quello creato a Seconda guerra mondiale ancora in corso «dall’élite politico-finanziari­a antifascis­ta e azionista». Ne fanno parte, tra gli altri, Ugo La Malfa, Enrico Cuccia, Raffaele Mattioli e Adolfo Tino. Questo «partito del denaro e del potere» sa come fare campagne scandalist­iche su giornali e tv per distrugger­e gli avversari. 7) Craxi si schiera con Schimberni (e il suo progetto di fare della Montedison una public company) e con Gardini. La finanza laica privata (Cuccia & Co.) non gradisce. 8) Craxi si oppone invano alla svendita delle grandi imprese pubbliche italiane «presidi decisivi come le banche, le telecomuni­cazioni, le reti autostrada­li». Questo è il j’accuse di Claudio Martelli nel suo libro su Craxi, L’antipatico. Come serie sarebbe sicurament­e più suggestiva di quella (bruttina) su Tangentopo­li. Ma è fiction o faction?

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Claudio Martelli (Gessate, Milano, 1943)

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