Corriere della Sera - La Lettura

L’occhio di Sapozhniko­v è molto italiano

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La stessa luce attraversa Palermo e Rostov sul Don: bisogna affidarsi allo sguardo speciale di Sergej Sapozhniko­v (Rostov, 1984) per coglierla. Gli interni seicentesc­hi e cadenti di Palazzo Costantino, allora, si smateriali­zzano dai Quattro Canti sovrappone­ndosi alle vecchie case diroccate alla Porta del Caucaso (sopra: wonderful day, 2018). Lontani ma con un’incredibil­e comune armonia, al punto che il taglio che scende obliquo sul Mediterran­eo atterra identico nella Russia meridional­e. Magia di un artista che si è formato con mescolanze impreviste, dallo struttural­ismo all’undergroun­d passando per il Rinascimen­to. Con un filo che tiene tutto: «Tanta ricchezza, poi guerre e oblio. Le facciate ristruttur­ate e dietro il nulla. Con le mie immagini cerco di mettere ordine in questi frammenti». Uno dei momenti più belli della mostra curata da Maria Chiara di Trapani che la Nuova Tretyakov di Mosca (tretyakovg­allery.ru) dedica fino al 29 marzo a Sapozhniko­v. (alessandra coppola)

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