Amori e amorini il catalogo è questo

Svolazzano birichini, tendono l’arco e scagliano frecce, si inseguono, si abbracciano, si fanno beffe di Giove e di Apollo, forgiano oro, attizzano fiamme, s’aggirano bendati e sordi... Con i Cupidi d’ogni foggia e posa che affollano Amorum emblemata (1608), raccolta di incisioni del fiammingo Otto van Veen, maestro di Rubens, il Wallraf-RichartzMuseum di Colonia (museenkoeln.de) compone fino al 24 maggio l’esposizione Amor ist ewig («Amore è eterno»), prima di una trilogia a tema. A partire dal sontuoso incipit del volume, il Regno d’Amore con i versi di un coro dalla Phædra di Seneca, accanto a dipinti barocchi di Hendrick Goltzius o Hans van Aachen, scorrono 40 «emblemi» di van Veen. Preziose incisioni in rame, catalogo iconografico che a ogni «situazione» amorosa accosta massime e citazioni latine: sopra, ad esempio, la tavola Colpo a colpo «illustra» un distico di Properzio e la quartina «Miri chi vuol veder selva ingombrata/ questo mio petto, dove Amor mi fiede/ co’ mille dardi il cor senza mercede./ Vivendo muor l’amante per l’amata». (gian mario benzing)